Pagine

domenica 5 febbraio 2012

La neve e la stupidità dell'uomo

A essere romantica è romantica. Però, francamente, adesso basta.
E invece pare di no.
Sembra che domani riprenderà a nevicare. E va bene, impareremo a conviverci.
D'altra parte, non ho molto lavoro, e quello che ho lo svolgo già normalmente da casa. Il frigo è pieno e di maglioni ne ho abbastanza. Ho rincollato i doposci, posseggo anche parecchi cappelli e paia di guanti.
Insomma, non mi lamento.
Sì, la mia vita è abbastanza monotona (di certo non per via del posto fisso), ma poi ci pensa il mio carattere a smuoverla un po'.
Non mi arrendo facilmente, ma davanti alla stupidità, la piccineria e la cattiveria, a volte, vacillo.
Hanno rubato il telo che copriva la vespa di mio marito. Ieri mattina, contenti di mettere finalmente piede fuori per la prima passeggiata sotto la neve, abbiamo fatto l'antipatica scoperta.
Perché l'hanno fatto? Ovvio: per scivolarci sopra. Abitiamo su una strada in discesa, bella lunga, cosa può esserci di meglio di un telo impermeabile? Peccato che costasse quasi cento euro e che la nostra situazione economica non riluca come l'oro. In verità, anche se fossimo stati Rockfeller, lo sconcerto per l'indebita sottrazione non sarebbe stato minore.
Io, noi, non prenderemmo mai qualcosa di qualcun altro oltretutto per un motivo così futile.
E non si può essere sicuri che si sia trattato di qualche sciocco ragazzino, dal momento che, durante la notte (hanno continuato a scivolare fino all'alba, impedendoci di dormire. Non mi pare che nessuno si sia rotto una gamba. Ma tutto può ancora succedere. Mi seccherebbe solo essere acusticamente ferita dalle sirene di un'ambulanza), abbiamo sentito mature voci bestemmiare per via di improvvide cadute (o scivolate troppo rapide) sul ghiaccio.
Insomma, ci hanno rovinato l'atmosfera siberiana, così carica di poesia.
Che fatica tenersi su.
Corro a controllare la carne in forno, che è meglio. Magari con una cenetta decente dimentichiamo lo sgradevole episodio.
Ve l'ho detto che sono una che non si arrende, no?

4 commenti:

  1. E' peccato sperare in fratture craniche, ma mortali? Se è peccato, mi concentro subito.

    RispondiElimina
  2. GRRRR. tra poco usciamo e vediamo se si sono fregati di nuovo pure la copertura dell'armadio di stoffa che avevamo conservato in cantina. ho dimenticato di aggiungere nel post che hanno divelto anche i cartelli stradali per scivolare. è un peccato confidare nel tetano? se è così, pure io mi concentro subito.

    RispondiElimina
  3. Ciao Alessandra, vengo a leggere il tuo ( i tuoi ) blog tutte le volte che riesco a ricavarmi un momento per stare su internet. Scrivi meravigliosamente e in ogni tuo post c'è qualcosa da imparare su come si scrive ( da scrittori, non da blogger ).
    Adoro la neve fin da quando ero bambino ma a questo punto sta tediando persino me, anche perchè prevedo che nei prossimi due tre giorni le strade di pse si trasformeranno in un acquitrino infernale, una zuppa nera dantesca molestissima e odiosa.
    Un abbraccio.
    Matteo (Itaca).

    RispondiElimina
  4. Caro Matteo,
    sono molto contenta di leggerti e felice (non lo nascondo) dell'apprezzamento sulla qualità della mia scrittura.
    Come sai, la cosa è reciproca... soprattutto, mi piace molto la passione (di sangue e di cervello) che si sente in ogni parola che scrivi.
    Detto ciò: speriamo che smetta, mo' basta!
    ;-)

    a rileggerci

    ps sai come si chiama in Val d'Aosta l'acquitrino dantesco che citi? "Paciocco". Non potevano scegliere nome più bambinesco per descrivere quella melma di lordume che diventerà presto la nostra amata neve.

    RispondiElimina

I commenti sono moderati: vi ringrazio per la pazienza e per l'affetto. Vostra Madamatap