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giovedì 1 marzo 2012

Grazie, Lucio


Dovevamo già viaggiare in A112 bianca o forse a bordo della versione della stessa auto immediatamente precedente, turchese come molti dei vestiti che mi comprava la mamma per far risaltare i miei occhi, i "laghi alpini" nella finta lettera d'amore che qualche anno dopo mi ha scritto mia sorella per prendermi in giro.
Mio padre ha sempre avuto un mangianastri portatile, persino adesso ne ha uno, benché le musicassette non ci siano più da tempo. Fondamentalmente, a lui è sempre piaciuta la radio ed è stata proprio la sua abitudine ad ascoltarla, a casa e nei viaggi, a trasmettermi l'amore per le parole, da sentire e da scrivere.
Quando invece i miei genitori decidevano di mettere musica loro, la scelta era davvero limitata, ma comunque di qualità.
Non potrò, credo, mai dimenticare Banana Republic, l'album dal vivo cantato (e suonato) magistralmente da Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Mi piacevano moltissimo, in particolare, "Un gelato al limon" e "Ma dove vanno i marinai". Della prima, solo molti anni dopo ho scoperto chi ne fosse l'autore. Ancora più tardi, tra l'altro, ho saputo anche che Lucio, quell'omino con gli occhialini, simili a molte paia che ho posseduto pure io, con quell'aria da folletto simile alla mia, era un raffinato jazzista.
Sul lettore Mp3, scrostato e privo di coperchio della batteria, c'è stato fino a pochi giorni fa il live che l'ha visto affianco a Pupi Avati e al mio amato Paolo Conte. Ho imparato a memoria i suoi tipici vocalizzi, già conosciuti nelle altre canzoni che nei viaggi con i miei genitori ascoltavo divertita.
Non più tardi di un anno fa mi sono goduta, lasciandomi cullare da una dolce nostalgia, la riedizione di Banana Republic a distanza di trent'anni, i due artisti invecchiati, De Gregori, per me, più di Dalla. I piccoli di statura, probabilmente, conservano più a lungo degli altri sembianze infantili, come i nanetti di Biancaneve, un po' rugosi ma tanto bonari. Come molti miei simili, però, anche Lucio Dalla è stato piccolo solo per i centimetri e come tutti è andato incontro al suo destino.
Adesso non piango, anche se confesso che, accendendo la radio e sentendo un pezzo della sua "Piazza grande", qualche lacrima mi è uscita. Riflettendoci dopo, mi sono resa conto che, almeno, lui ha avuto una bellissima vita ed è morto prima di invecchiare davvero, uscendo di scena all'indomani di un concerto che di sicuro avrà deliziato molte persone.
Credo che morire così, dopo aver lasciato tracce di sé immortali, sia il sogno di tutti, o per lo meno di tutti i grandi artisti. Un privilegio del genere, purtroppo, non capita sempre, quindi, oltre il sincero cordoglio per la fine di una vita e la malinconia per l'addio a un altro pezzo della mia infanzia, voglio dire anche grazie a Lucio. Ti dico grazie, Lucio, per avermi accompagnata negli anni della crescita e per avermi strappato più di un sorriso per i tuoi pelacci neri da piccola scimmia e i tuoi berretti di lana così stravaganti.
Se sono diventata quella che sono, con tutti i difetti e i pregi eventuali, un po' c'entri anche tu e il tuo Gesù bambino di periferia.

6 commenti:

  1. è un bellissimo ricordo
    davvero, allora, parecchie generazioni hanno attraversato il loro "tempo musicale" con i racconto musicali di lucio dalla.

    dalla soffitta dei miei ricordi tiro fuori una vecchia testimonianza della musicista giovanna marini (è dei primi anni '70).
    è un cartaceo che non credo giri sulla rete. racconta come "funziona" la musica di lucio dalla.
    proverò a scannerizzala
    un caro saluto

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    1. Aspetto la scannerizzazione.
      Grazie mille, carissimo

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  2. Anche io ho cucito sull'anima le emozioni che la musica di Dalla ascoltata al mangianastri regalava agli anni del ginnasio. Non aggiungo niente alle tue parole, ti giro questi link http://www.youtube.com/watch?v=aZ9J_8K3QLo&feature=related. Il primo è un video dal tour con De Gregori. L'altra,una canzone,con Renzo Zenobbi,l'ho tirata fuori dal dimenticatoio! http://www.youtube.com/watch?v=ivR1gxKMFik

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  3. Grazie mille, anonimo (ma sei Massimo?).
    La seconda canzone mi era del tutto sconosciuta, molto bella davvero.
    Invece, rivedendo quel pezzetto del live di Raidue mi sono accorta che sono passati già quasi due anni da quella serata... mi era rimasta così impressa da non essermi resa affatto conto del tempo volato. Vola davvero via, il nostro tempo, bisogna armarsi di coraggio per non sprecarne neanche un giorno. Spero che Dalla non avesse troppi rimpianti, è l'unico augurio che dovremmo farci vicendevolmente.
    buone ore, piene e curiose, e ancora grazie del passaggio

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  4. "Se sono diventata quella che sono, con tutti i difetti e i pregi eventuali, un po' c'entri anche tu e il tuo Gesù bambino di periferia.".
    Piango e ti ringrazio,
    Massimo

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  5. Io ringrazio te. spero solo, un domani, di riuscire a risentire le sue canzoni con il sorriso. oggi mi davano i nervi alcune celebrazioni ufficiali, anche se penso che in alcuni casi ci fosse commozione autentica. E il merito è proprio di quel piccolo uomo peloso, capace di unire l'alto e il basso molto più di quanto immaginassi e sapessi.

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