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lunedì 2 aprile 2012

I have (?) a swedish dream... ma a Sambuceto non ci vado


Non avrei voluto farlo, ma lo scrupolo di coscienza ha spinto anche me a mandare il curriculum per un "posto" alla nascente Ikea di San Giovanni Teatino, a due passi dalla casa dei miei genitori.
Dopo aver compilato il modulo online e aver fissato i miei occhi in quelli del direttore delle risorse umane, non ci avevo più pensato. Fino a qualche giorno fa, quando ho beccato su "La Repubblica" (che non leggevo da secoli) un pezzo di Giuseppe Caporale che raccontava la seguente storia: il tizio (e il suo staff) che sta impazzendo dietro i trentamila curricula ricevuti per ridurli ai 200 circa necessari, quello che ho guardato intensamente per capire, lombrosianamente, se mi potevo fidare, ha scritto una lettere aperta a un non meglio identificato politico locale per domandargli di non fare inutile pressing per piazzare i suoi protetti. Insomma, stop alle raccomandazioni, avrebbe detto il responsabile HR dell'Ikea, faremo una selezione come dio comanda.
E speriamo. Non tanto per me, che sono fuori tempo massimo per fare la magazziniera o la cassiera, ma per l'esile fettina di prescelti privi di sponsor.
Perché, diciamolo, un simile assalto a una catena di mobiletti simil fai-da-te, molto amati dai gggiovani, non sarebbe stato possibile in epoca di vacche grasse.
E infatti, al contrario di quanto ho letto poco fa su un articolo di una web tv abruzzese, dubito analogamente che i candidati siano tutti di primo pelo (io non lo sono di certo, per esempio).
D'altra parte i "vecchietti" si auto-annienteranno da sé, raccomandazioni o non raccomandazioni: sempre che non abbiano mentito compilando il form, per esempio dove ti chiedono quante ore sei disposto a lavorare, comprese, naturalmente, quelle del fine settimana. Io sono stata onesta (ed è per questo che non mi chiameranno mai): dovendo viaggiare, visto che sono anni che non abito più vicino ai miei genitori, dovrò pur vedere mio marito (e i miei gatti) ogni tanto. Anche perché, naturalmente, i posti di cui abbisogna il nordico marchio di scaffalature, sono tutti a tempo determinato. Quindi è piuttosto improbabile che dall'oggi al domani ci si trasferisca tutti a Sambuceto, uno dei posti più brutti al mondo.
Insomma, vedremo. Se mai dovessero contattarmi, lo saprete. Salvo, naturalmente, sperticarmi in lodi e blandizie varie se alla fine mi assumessero per davvero e non come semplice mulettista, bensì come RESPONSABILE (senti che megalomania) dell'intero capannone blu e giallo.
Quant'è bello spararla grossa. Sì, fa sentire molto meglio.

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