Dall'introduzione ai Saggi di Michel Eyquem Montaigne |
Scrivere un diario, scriverlo male, significa normalmente scrivere le cose più importanti, non i dettagli.
Lo dice una delle partecipanti alla conversazione su Montaigne (adesso che lo scrivo mi rendo conto di sapere di chi si tratta... che emozione) che mi ha mandato il mio carissimo amico Paolo Ferrario sotto forma di link su Facebook.
Le stupidate si scrivono identiche anche oggi, qui su questi spazi virtuali, e forse ancora sui diari scolastici.
In ogni caso, l'attenzione ai dettagli richiede tempo, impegno e sì, coraggio.
Consiglio caldamente ai miei pochi lettori di ascoltare la lezione-conversazione su questa grande figura vissuta nel '500, di una modernità sconvolgente.
Mi piace moltissimo l'alternanza tra "l'alto e il basso" (vi sfido a trovare qual è l'uno e l'altro) e lo spirito di condivisione che caratterizza il mio amico (collerico, ma molto molto intersoggettivo) Paolo.
Mi stanno facendo tornare in mente i miei diari cartacei, per i quali provo una qualche nostalgia, semplicemente perché, come Montaigne anch'io m'interrogo su quello che so. E che soprattutto NON so. Tutti i giorni. E se sono passata al diario online è perché la ricerca non è finita (tutt'altro) e spararlo in questo spazio cibernetico mi aiuta a non dimenticarmelo mai.
Grazie della lezione e delle belle voci che la animano.
Buon ascolto a voi.
sì. una delle voci che hai sentito è quella della carla B
RispondiEliminami fa un piacere immenso che tu, in questo modo, sia stata fra noi.
montaigne ha anticipato quella "tendenza al diario" che oggi assume forme nuove, come quella dei blog che anche tu tieni.
con montaigne puoi anche fare così: aprire una pagina a caso e , quasi di sicuro, trovare qualcosa che ti riguarda.
"ma come fa a conoscere questo di me?"
"perchè conosce tutto di sè"
ciao
buone ore
Proverò a leggerlo prima o poi.
EliminaGrazie dei continui spunti che mi lanci.
Un abbraccio
A.