Credo di aver notato questo cestino della spazzatura già dal mio primo giorno a Vienna. Anche se adesso viene, ahinoi, utilizzato per indicare le zone a contagio Covid un po' più alto, l'arancione è un bellissimo colore.
A me, comunque, piace un sacco, e soprattutto in questa città, dove il cielo è in prevalenza grigio, trovo assolutamente sensato l'uso di un colore acceso per invogliare i cittadini a gettare i rifiuti nel posto giusto.
Nel mio subconscio, doveva avere insomma fatto centro quella scritta là, Hasta la mista, dal sapore spagnoleggiante. Ai tempi, però, di sicuro non avevo fatto caso al gioco di parole.
Dubito infatti che le reminiscenze piuttosto sbiadite del tedesco mi bastassero per ricordare che Mist, auf Deutsch, significa spazzatura.
O meglio: è una delle molte parole adoperate in tedesco per indicare la monnezza, "mista", per l'appunto, di materiali di non meglio comprovate origini.
A dirla tutta, il mio Langescheidt online Tedesco - Italiano e viceversa traduce la sopradetta parola con "letame" o "porcheria". E non pensate che si tratti di metafore, no no: il Duden Deutsch - Deutsch parla proprio di Vermischte Exkremente, un'espressione che non credo abbia bisogno di ulteriori spiegazioni.
Ma, a questo punto, qualcuno di voi forse si starà chiedendo: sì, ma a noi che ce ne cale?
Poco, probabilmente. Epperò la storia che c'è dietro questi arrotondati e colorati cestini dei rifiuti, e delle molte scritte che si vedono qui è là per Vienna, è molto simpatica (direi proprio geil, più o meno l'equivalente di cool...) e io ve la voglio raccontare.
Ho bisogno di più input |
Ad idearli e installarli ci ha pensato il Magistrat 48, ossia il dipartimento della città che si occupa della gestione dei rifiuti, oltre che della cura del verde urbano.
"Hasta la mista" è insomma solo la punta dell'iceberg di un servizio che occupa presumo diverse centinaia di persone che, con le loro ramazze e bidoni a rotelle, raccolgono cartacce & monnezza varia e spazzano via le foglie dalle piste ciclabili che ho percorso ogni giorno in questi mesi diretta al corso di tedesco.
Oltre a loro, ci sono gli addetti appesi ai camion, pure questi ultimi muniti di scritte. Negli ultimi tempi li ho incrociati spesso, qualche volta anche sbuffando per l'odore non proprio di rosa che esce fuori dalla loro enormi bocche di lamiera.
Il fastidio odorifero è però terminato il giorno in cui mi è apparso LUI, il camion dico, più figo della storia della nettezza urbana:
Stessa cosa è successa quest'anno con l'esplosione della pandemia. Le mascherine chirurgiche, si sa, non sono riciclabili, difficile peraltro ironizzarci sopra. In qualche maniera il Magistrat ci ha provato con questa scritta qua:
Per la frase sopra, contrastano alquanto le traduzioni offertemi dall'amica poliglotta e dal cognato tedesco, che pure non scherza quanto a competenza linguistica.
Facendo una mediazione tra i due, opterei per una salomonica traduzione: "Fai centro!", intendendo con questo: "Butta i rifiuti e le tue cicche nel posto giusto!".
Non me ne vogliano i puristi germanofili, ma oggettivamente l'è dura.
Andando avanti, un paragrafo a parte di questo mio viaggio nei "magistrali" cestini è rappresentato da quelli con scritte in tedesco "hoch", come a dire in italiano-italiano, ma comunque fortemente evocative:
Bel colpo! 😅
Prego, nutrire 😉 |
Alcune, personalmente, le trovo un po' troppo sibilline, ma pensando, per esempio, ai nostri comici preferiti (ognuno avrà il suo), non tutte le loro battute ci fanno sempre spanciare dalle risate. O no?
"La posso liberare di qualcosa?" |
"Buco nero cerca materia di scarto"... più o meno si traduce così! |
Insomma, l'idea è forte, la realizzazione anche, al punto che anche altre città, come Berlino (vedi cestino sotto), Amburgo e Innsbruck, hanno seguito l'esempio di Vienna, sempre stando a quel che mi ha detto l'impiegata del Magistrat 48.
Ora che guardo meglio il cestino berlinese, mi accorgo di un dettaglio che avevo tralasciato, da non fumatrice quale sono.
Anche i cestini viennesi sono dotati di un apposito sotto - cestino per le sigarette.
Ecco, forse è stato proprio quel tubo cilindrico bianco, culminante con il filtro arancione (munito anch'esso di scritta che ora non decifro), a colpirmi già dal mio primo giorno a Vienna.
All'inizio, insomma, potevo credo già apprezzare la finezza di una frase come questa:
"Sono dei geni", diremmo la mia amica poliglotta ed io, guardandola.
Solo lei poteva peraltro scovare questo:
Anziché "Rest" o "Mist", il Magistrat in questo caso ha usato il sinonimo Müll. Il gioco di parole è oggettivamente da Nobel:
"Sarei volentieri un Mullionario". Applausi, sipario.
Tra un attimo, bitte.
Sì, perché mi resta l'ultimo, fondamentale cestino, scovato nemmeno dieci giorni fa a due passi da casa mia:
Quando si dice il caso o il destino, eh?
Buona monnezza a tutti! :)
un bel racconto che definirei di "antropologia urbana". Sei sempre molto creativa nei tuoi scritti !!! saluti carissimi
RispondiEliminaCaro Paolo, grazie!
EliminaMi sorprendi sempre con la tua velocità di lettura e di commento:)
Te ne sono davvero molto grata!
Un abbraccio e alla prossima!
sì, i tuoi nuovi post mi arrivano segnalati in automatico da blogstop. ancora ciao alla ormai viennese stanziale
RispondiEliminaAllora non serve che te li rilancio via mail, verstanden :)
EliminaGrazie
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