La foto che vedete sopra è stata dalla sottoscritta scattata in occasione di Storie da biblioteca, edizione 2013, alla Romolo Spezioli, la biblioteca civica di Fermo da me molto amata e un po' di più conosciuta proprio grazie all'esaltante gioco-concorso, di cui ho parlato varie volte su questo blog (l'ultima qui).
Ve la ripropongo qui giusto per presentare il bellissimo resoconto della serata di premiazione scritto da Marcello Pesarini, uno che - stavolta mi permetto io di giudicare! - usa le parole con grande scioltezza.
Prima di lasciarvi al suo testo, mi prendo ancora un attimo di tempo per ringraziarlo: nessuno mi aveva mai dato della "spiritosa e furbetta". Almeno non in pubblico!
A voi, buona lettura.
Fermo là: scrivere è
sempre meglio
Storie
da biblioteca: concorso per viaggiare al centro di un mondo tutto da scoprire
Premiazione dei vincitori della seconda edizione
presso la biblioteca
“Romolo Spezioli di Fermo”
di Marcello Pesarini
L'Italia attraversata
dalla stessa Sanremo dell'anno precedente, con l'alto patrocinio dello stesso
governo del precedente, mentori Calandrino e Buffalmacco, si Ferma riverente
per leggersi, e guardarsi in faccia, attraverso i ritratti della scrittura e
della fotografia.
Storie da biblioteca, concorso organizzato dalla Sezione Marche dell’AIB
(Associazione Italiana Biblioteche) in collaborazione con l’Associazione
culturale RaccontidiCittà e con
Narcissus.me di Simplicissimus Book Farm, dà prova di crescita alla sua seconda
edizione, sia nella qualità degli elaborati che nel numero di persone che
coinvolge al di là dei partecipanti. È questo il suo scopo.
Perché un
concorso di scrittura e fotografia estemporanea nell'epoca dei social network
che si sono aggiunti alle altre forme di espressione maturate nel 20esimo
secolo? Perché ad ognuno giova il suo. Comunicare è anche una gara ad
esprimersi, a cercare contatto, affetto, a sognare di poter manipolare il mondo
circostante, e non c'è miglior viatico per iniziare a farlo che ritrovarsi in
una biblioteca un venerdì o sabato pomeriggio in quindici-venti armati di
computer e macchina fotografica e, dopo un giro illustrativo delle meraviglie
nascoste, cimentarsi per quattro ore a ritrarre e raccontare il paesaggio
circostante, vero e immaginato. Vince chi partecipa, perché avrà comunque la
possibilità di rivedersi con gli altri e le altre, confrontarsi ed entrare in
antologie pubblicate su ebook, e poi farsi nuovi amici, a partire dai
bibliotecari, i veri maestri di cerimonia.
Compreso lo
spirito, addentriamoci nella descrizione degli effetti di tali pratiche su
partecipanti e promotori. Conduce la serata, fra pareti di libri rigorosamente
in ordine alfabetico, Maria Chiara Leonori in vece di Natalia Tizi (o il
contrario) per assunta incompatibilità di ruoli con la figlia Elena Ferracuti,
partecipante nella sezione scrittura. Salutano Francesco Trasatti, assessore
alla cultura del Comune di Fermo, veramente al posto che gli compete per la sua
storia artistica e per coinvolgimento politico didattico, Tommaso Paiano,
presidente uscente AIB Marche, reduce da stagioni che hanno reso l'associazione
un tangibile faro di cultura e integrazione sociale, e Silvia Seracini
dell’Associazione RaccontidiCittà,
ideatrice, conduttrice e cocciuta sostenitrice del concorso e della sua
necessità.
Nel silenzio
si sente un clarinetto suonare: ci prende per mano e ci porta ad una chitarra,
una voce li completa. Sono Marzio Moriconi e Marco Milozzi, due veraci prodotti
del fermano, che con le loro storie vere, anch'esse da biblioteca, ricordano al
pubblico la guerra, la pace, i destini intrecciati dei popoli d'Europa e del
Mondo. L'impegno di Marco, animatore culturale, pacifista, studioso
instancabile, torna alla ribalta senza concedere nulla al mestiere, né ai
maestri della guerra, come li chiamava già Bob Dylan nel 1963.
Simona Binci
inaugura il leggio con il suo racconto dove, in punta di piedi, entra nella
biblioteca, incastonata nelle antiche mura. I bambini giocano sul pavimento di
vetro trasparente e prendono confidenza con un luogo che consideravano per
“grandi”.
Alessandra
Cicalini, furbetta e spiritosa, snocciola immagini di lavoro e combatte lo
stress snocciolandosi gli esuberi dal naso.
Il tema di
quest'anno è il lavoro in biblioteca, quindi la precarietà, la licenziabilità,
la non licenziabilità, il dualismo se con la cultura si mangi oppure no.
Ovviamente noi, partigiani dei diritti e della decrescita felice, troviamo
molto più produttiva per l'umanità la lettura piuttosto di una bomba,
l'alfabetizzazione piuttosto di una discarica dove ricoverare prodotti inutili.
Alessandra ci gioca molto per non tediarci ed il suo messaggio è al passo coi
tempi senza venirne schiacciata.
Corre invece
Elena Ferracuti, che automatizza tutta la costruzione, dota i libri di tapis
roulant, i campanelli di trillo sensitivo, e ci
aspetta che la raggiungiamo lì.
Sandro
Mongardini, solo foto poche parole, dice lui. Ma come ci racconta dolcemente
una giornata di lavoro, ospiti, studi, giovani proiettati verso la maturità.
Saluta e va.
Mariangela
Pistolesi, lo confesso, dovrà fare l'esame del sangue per fugare i dubbi di
essere di origine hobbit. Non avete provato ad ascoltare le sue testimonianze,
fatte di fruscii, mugolii, ricordi di tristezze ormai lontane ed invece
prossime a tutti? No, vero? Io invece sì, ed ancora mi asciugo le lacrime alla
sensazione dell'affetto filiale ritrovato quando lo si dava per disperso.
L'empatia fatta a Fermo, anche questa alla “Romolo Spezioli”.
Giocondo
Rongoni è il beniamino di tutti e tutte. Pare sia lui ad aprire e chiudere i
battenti del locale, prima di chi è stato assoldato alla bisogna. Ma con la sua
curiosa voce è tanto intelligente a confrontarsi con gli altri fotografi con il
giusto spirito di emulazione, scoprendo meccanismi ed il loro utilizzo tanto da
meritarsi il nomignolo di Hugo Cabret. Di Fermo, of course.
Maria Laura Tirabassi ci riporta nella
scrittura. È la conferma che la gioventù non si nega a questa pratica: la
assimila ai suoi ritmi, cadenza i sentimenti per non lasciarsi andare troppo,
sorride ai libri, ama i locali, e se chiede aiuto alla tecnologia è perché
ognuno di noi quando è nella stanza d'albergo anche solo per una notte deve
spostare un po' il comodino, per sentirselo suo.
Saremo capaci
tutti noi che abbiamo partecipato, aiutato, diffuso le iniziative a farle
continuare? Saremo all'altezza delle prime esperienze, fresche ed ingenue?
Diffonderemo
l'insegnamento in giro per le Marche (nemo profeta in patria)?
Convinceremo
gli amministratori da una parte ed i cittadini dall'altra della necessità di
inventarsi sempre nuovi momenti di aggregazione, scambio, istruzione? Essi tanto necessitano in un paese dove
almeno il 70% della popolazione non sfoglia se non un libro all'anno, ed il 15%
ne legge moltissimi, ed è lo stesso 15% che li scrive senza avere di
conseguenza un pubblico.
Simplicissimus
Book Farm con i suoi regali ai vincitori, buoni per l’acquisto di ebook e
servizi di self-publishing farà la sua parte. L'AIB, le amministrazioni
coinvolte pure. La rialfabetizzazione richiede un intervento massiccio della
scuola, ma la contaminazione di base che viene praticata da proposte come Storie da Biblioteca, oltre a divertirci
di più, costa anche poco.
Grazie
soprattutto a chi non è stato nominato, per mancanza di memoria di chi scrive.