Ci vorrà un po' di collagene? |
Scrivo come strategia anti-afa e per togliere (non lo nascondo) dal primo piano il precedente, cupissimo post.
Non che la mia visione rispetto all'Italia e al presente sia cambiata, ma bisogna pur andare avanti.
La callara (parola di chiara matrice dialettale che non ho intenzione di dantescamente ripulire) non mi ha impedito di pensare, o sarà che, tanto, deliro con qualsiasi temperatura.
Tra gli argomenti per questo spazio mi frulla da parecchio una puntata numero due sulla maternità e sulle madri, ma per il momento lo lascio sedimentare un altro po'. Mi limito a svelare un dettaglio: non sopporto le mamme che parlano solo dei figli, soprattutto quando questi ultimi non sono più nell'età delle prime pappe. Al mare, invece, non ho potuto proprio fare a meno di ascoltare di quei discorsi, ma di quei discorsi. E pensare che si tratta di mie coetanee o di persone anche più giovani. Mi fermo qui. Ci tornerò su.
Passiamo all'argomento numero due: i milanesi (meglio: i lombardi in genere) in vacanza. Tolti quelli (che saranno la maggioranza, certamente) che si fanno gli affari loro e che usano un tono di voce moderato o proprio assente, sulle spiagge mi capita spesso di incontrare varia umanità dall'accento settentrionale che urla e spesso si lamenta dello stato selvaggio dei locali (qualche ragione ce l'hanno, ma che ci sono venuti a fare, considerato che tornano TUTTI gli anni?). Oppure, colgo negli sguardi di qualche esponente della razza ariana d'Italia un misto di disprezzo e ingiustificabile senso di superiorità. Perché loro, i produttivi connazionali nati (o comunque cresciuti) al di là del Po, nei paesini e nelle valli pedemontane da dove provengono "hanno abbassato la saracinesca" (cit) per un po', ma poi torneranno a rialzarla, ammesso che il governo non li tassi dell'altro. Mentre qui, questi generici terroni si grattano la panza e lasciano tutto sporco, ma di cambiare mentalità proprio non se ne parla.
Devo però aggiungere che un pizzico mi viene anche da gongolare, considerato che le Marche, anche quelle del Sud, non possono di certo essere ascritte all'ex Regno borbonico. E però c'è sempre qualcuno più meridionale di noi con cui prendersela e io, lo confesso, non sopporto di essere guardata (a volte) dall'alto in basso solo perché vengo da Chieti.
E insomma, ce ne ho una per tutti: bella scassapalle, non c'è che dire.
Terzo e ultimo argomento, gli habituè della spiaggia libera dove noi Sfaccendati (ebbene sì, signori del Nord: non c'avemo voja de faticà, come dicono da queste parti) siamo soliti passare le nostre mattine.
In particolare, c'è un tizio sui settant'anni o giù di lì che mi ha incuriosito già dallo scorso anno. Occhi chiarissimi, secco come un chiodo, abbronzatura dorata molto simile alla mia e un tatuaggio non meglio identificato sulla scapola, quest'uomo, tutte le sante mattine, nuota fino alla secca a un centinaio di metri dalla riva, con una sistematicità davvero impressionante.
Prima di tutto si bagna, quando fa particolarmente caldo come oggi, altrimenti, intorno alle undici-undici e mezzo, si tuffa a pochi passi dalla riva e con lente bracciate percorre metà del suo percorso abituale. A quel punto, se ne resta lì in ammollo, qualche volta fa anche il morto, e poi, a seconda forse anche delle correnti, decide se proseguire a dorso o sempre a stile libero. La sua testa pelata diventa così sempre più piccola, finché, talvolta si innalza sulla secca, come ho visto fare ieri da un sub che sembrava camminare sulle acque come Gesù. Con analoga calma, torna indietro, in genere prima a stile libero, poi, a metà strada, a dorso. Anche in questo caso non nuota perfettamente perpendicolare alla riva, come se sapesse che tagliando le onde si fa meno fatica. Una volta uscito dall'acqua, poi, infila le ciabattine e si allontana sulla battigia. Fino a quest'anno non sapevo dove si dirigesse, da poco l'ho capito: va a farsi la doccia al più vicino stabilimento. Forse, dopo, va anche in bagno, ma di solito non a cambiarsi il costume. Come faccio a saperlo? Perché quando torna al suo asciugamano, liscio e perfettamente parallelo alla riva, gli abiti altrettanto perfettamente piegati sopra uno dei lembi superiori, si sdraia di schiena, poggiando i gomiti a terra, la testa liscia reclinata in avanti, e dopo un po' si gira e prosegue con l'asciugatura del lato anteriore. A un certo punto, probabilmente per via del caldo, si calca sulla testa il suo cappellino bianco con la visiera e gli occhiali da sole. A questo punto del rito, so già che saranno più o meno le dodici e trenta. Tra un po' si alzerà e si rivestirà.
Prima, però, riannoda i fili interni del costume, poi si infila la maglia, quindi piega perfettamente l'asciugamano e se è il caso con il quadrato che ne ha formato si asciuga la pelata sollevando un po' il suo cappellino.
Nessun rito riesce esattamente uguale, però. Me ne sono accorta stamattina, quando il soggetto in questione, che io credevo impegnato a riannodare i lacci dello slip, in verità li stava sciogliendo per calarseli giù. Stavo guardando verso il mare, quand'ecco che, voltandomi verso di lui, l'ho visto in piedi, di spalle, con una strana fessura più chiara al di sotto della schiena. Velocemente, devo dire, ho constatato che stava già infilandosi i pantaloncini, ma non ho potuto fare a meno di strabuzzare gli occhi. Anche perché, di fronte a lui, a pochissima distanza dai gioielli di cui sono dotati tutti i maschietti (anche il suddetto nuotatore ordinato), c'era la solita, graziosissima ragazza bionda anche lei abituale frequentatrice di quel tratto di spiaggia. Mi pare che stesse dormicchiando, ma non ne sono certa. In tutti i casi, è facile che abbia richiuso gli occhi non appena intravista tanta meraviglia.
E dire che in altre zone dell'Europa è considerata prassi svestirsi del tutto e rivestirsi dopo il mare. Tuttavia, sono rimasta un tantino spiazzata, più che altro perché non mi tornava con l'idea che mi ero fatta del personaggio. Sarà il caso di osservarlo (sempre a debita distanza) un altro po' per capire se ci saranno evoluzioni. Beh, speriamo di non dover assistere all'arresto per atti osceni in luogo pubblico.
In tutti i casi, vedremo che cosa farà la bionda. Se piazza l'ombrellone da tutt'altra parte o se non la rivedrò più, sarà il caso che prenda di mira qualche altro bagnante per le mie improduttive osservazioni di fine estate.