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venerdì 7 dicembre 2012
Una donna, nonostante i capelli "lendi"
Non c'è niente da scherzare, lo so, però il periodo impone una certa dose di sdrammatizzazione.
Nel giro di due mesi ho accumulato già una certa esperienza in fatto di corsie, dottori e infermiere/i, non abbastanza lunga, certo, da lasciare che mi produca in una sentenza tranchant, ma sufficiente a farmi augurare di rimanerne il più possibile lontana, finché la carcassa reggerà.
Per dire, mi sapete spiegare perché il solito ginecologo con panza rotonda e pelata da prepensionato non mi abbia rilasciato neanche stavolta la ricevuta? Oltretutto era in presenza di testimoni (il mio povero consorte che mi mandava, lui sì, fulmini e saette con i suoi occhiacci fiammanti per averlo trascinato in quell'angusto e mal arredato studio medico). Non puoi, per nessuna ragione al mondo, infilarti nella tasca del camice euro-settanta di compenso, senza battere un ciglio. Eppure neanche stavolta sono stata in grado di dirgli nulla e mi sono persino comprata l'integratore che mi ha propinato come ultimo rimedio contro la vecchiaia uterina (e non solo) che avanza.
Certo, ero talmente felice di sapere di non avere nulla di specifico che forse l'avrei persino filialmente abbracciato, ma davvero non si gioca così con le fragilità e insicurezze altrui.
E però poi ho letto il bugiardino, come Moretti nel solito Caro Diario.
E mi sono chiesta: ma mi ha guardata?
No, perché d'accordo che ho le gambe muscolose e i capelli fini, segni probabili di una certa androgenia (si scriverà così? Boh), ma la pelle unta, l'acne, l'irsutismo e l'obesità non mi sembra proprio che mi appartengano. D'altra parte, mi ha prescritto un integratore, ossia acqua fresca, per cui posso pure prenderlo. Però i sospetti aumentano: fosse fosse che ha un accordo con la casa farmaceutica produttrice per erogarne un tot alle "tardipare"?
Chi può dirlo.
L'istruttivo foglietto della polverina che sto prendendo da qualche giorno mi ha fatto tornare in mente un episodio accadutomi almeno quattordici anni fa.
Ero a cena con un po' di gente della mia cerchia chietina, alla presenza di un tipo forse già cinquantenne o più (ai tempi trovavo decrepiti i quarantenni, figuriamoci quelli più grandi) di cui si diceva avesse qualità sciamaniche. O qualcosa del genere.
Fatto sta che mi guarda in faccia e dice, rispondendo a mia domanda precisa su quale fosse la sua predizione sul mio futuro, che io avevo "qualcosa di maschile", per esempio i miei "capelli lendi", pronunciato proprio con la d al posto della t come quasi tutti i miei conterranei. Mi pare che avesse accennato anche alla mia struttura fisica, minuta sì, ma ben piazzata a terra (diciamo così) e poi, giusto per non farsi mancare nulla, aveva aggiunto che la storia sentimentale con il fidanzato toscano era destinata a finire per incompatibilità caratteriale. A suo giudizio, ci tarpavamo l'energia a vicenda. O almeno io lo ricordo così, ma potrebbe essere tranquillamente una mia comoda rilettura posteriore.
E insomma: magari il bugiardino l'ha scritto proprio questo tipo ed è per questo che devo curarmi.
Magari non resto incinta (temo che oltre all'integratore ci voglia pure qualcos'altro: tipo un po' più di tranquillità esistenziale, decisamente in calo negli ultimi tempi), ma almeno divento liscia come una pesca e scateno tutta la femminilità rimasta finora inespressa.
Oddio: e se mi trasformassi in un'oca? Detesto cordialmente la quota di femmine isteriche e lagnose. Sarebbe veramente una tragedia e mi condannerei a una triste solitudine. Perché di certo il sopra citato consorte mi abbandonerebbe al mio destino di donna-donna, libero finalmente di godersi la maturità senza pressioni indebite.
Perché, lo riconosco: noi altra metà del cielo possiamo essere delle scassapalle micidiali, con o senza pelle unta e capelli "lendi".
Rispondo così anche al mini-dibattito scatenato da un mio giovane conoscente molto bravo con le parole, ma necessariamente ancora poco esperto di vita: non è che le donne non sappiano riconoscere una cortesia gratuita, è che stanno sempre già pensando a che cosa fare dopo, il minuto dopo, l'ora dopo, la settimana dopo - a seconda del livello di ansiogeno efficientismo autoimpostesi per reggere ritmi di una società assurda - e non hanno tempo, molto spesso, di lasciarsi coccolare anche da un semplice, in fondo desideratissimo, gesto gentile.
Perché forse tutte le donne, ahimè, si stanno mascolinizzando, come di voi maschi si dice che vi state femminilizzando.
Di per sé, un po' di confusione di ruoli, in una società avanzata, è addirittura un bene. Però capisco che possa spiazzare chi cerca un senso (o anche no) nell'incontro con l'altra, con l'altro.
Succede anche a me (ma ormai ne ho compreso il motivo: sono un mezzo maschio) di stupirmi del sospetto che ingenero con la gratuità di molti miei gesti. Mi auguro solo che cercheremo, uomini e donne, di non smettere di imparare a conoscerci.
Anche perché, andando avanti così, la specie umana si estinguerà. E anche se non farò in tempo (a meno che i Maya non abbiano ragione e tutto finirà quattro giorni prima di Natale) ad assistere alla nascita dell'ultimo uomo sulla terra, un po' del futuro delle generazioni che verranno mi preoccupo.
E in questo, temo, sono proprio una donna.
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