Napoleone, Storia di Allegra |
L'estate sta finendo e il mio povero computer sembra essersi avviato anch'esso sul viale del tramonto. Del resto, ha svolto il suo compito più che degnamente, considerata la mole di ciarpame vario con cui l'ho sovraccaricato.
E comunque, come stavo dicendo, tutto passa (provengo dalla scuola di Lapalisse), persino le serie a fumetti. E' successo per esempio a Napoleone Di Carlo, bizzarro portiere italiano di un hotel ginevrino (in un'altra vita faceva il poliziotto), amico di strani esserini fantasy visibili solo a chi, come lui, non ha tutte le rotelle a posto. Nella storia contenente le vignette sopra riportate, il protagonista del seriale chiuso dalla Bonelli una decina d'anni fa circa, condivide la sua capacità di andare oltre la realtà visibile a noi comuni mortali con un'adolescente rimasta orfana troppo presto. Perché ho deciso di scannerizzare (male) la pagina del fumetto, sottoponendo il mio povero strumento di simil-lavoro a ulteriore sforzo? Per due ragioni. Una piccola e l'altra grande.
Ho comprato il fumetto l'estate scorsa nel banco del mercatino di Fermo del giovedì che ne aveva a pacchi: quest'anno, invece, lo "svizzero" ha lasciato il posto ad altri seriali, compresi i simpatici Niko e Chico, in voga nei primi anni Settanta, che tanto mi hanno deliziato nelle serate più calde di questa lunga e crudelmente bella stagione.
Si trattava, in sostanza, di un avanzo che ho aspettato pazientemente di leggere nello stesso periodo dell'anno, sottoponendomi a una specie di inconscio (e segretamente infantile) rito di passaggio. E d'altra parte, con tutti i libri che non ho ancora letto, potevo ben dimenticarmi di Napoleone per aprirlo al momento giusto, ossia sdraiata sulla spiaggia, con il sole quasi allo zenit.
La verità sapete qual è? Dovevo leggerlo quest'anno. E qui passo alla seconda ragione che mi spinge a parlarne in questo spazio. In sogno Allegra, la protagonista del numero, ritrova la nonna, l'unica parente che le era rimasta fino a poco tempo prima. E' proprio lei a spingerla ad andare avanti, parlandole della vita e della morte in una maniera che mi ha fatto pensare al filosofo Emanuele Severino, di cui, pur sapendo pochissimo, ho cominciato ad apprezzare il valore grazie alle continue sollecitazioni del mio caro amico Paolo Ferrario.
Anche quando tutto sembra finire, in realtà non finisce davvero. Preferisco però trascrivere le parole della nonna di Allegra, a beneficio dei molti che non riusciranno a leggere direttamente dalla mia pessima scannerizzazione: "La vita si alterna alla morte e scorre in un tempo senza fine... è un trucco che le serve per giocare con le forme e costruire emozioni, desideri, sogni, rinnovando le cose continuamente... e quando anche il dolore sembra insopportabile, quando si muore, e sembra che tutto finisca, niente finisce veramente...".
Sì. Dovevo leggere questo numero di Napoleone quest'anno: lo scorso ero troppo concentrata sugli imminenti 40 anni e sui tristi bilanci dei traguardi mai raggiunti. Anche adesso sono sempre convinta di aver perso un sacco di tempo e di non aver messo a frutto quasi nulla dei miei forse solo potenziali talenti, ma guardando ieri tutte quelle persone in alcuni casi molto più vecchie di me disposte a mettersi in gioco con i loro lavori fotografici, ho capito che sì, i riti di passaggio servono, ma proprio per aiutarci a non sentirci (almeno non troppo) prigionieri dei nostri limiti. Dei nostri corpi e dei nostri pensieri necessariamente limitati.
Per fortuna, il mondo è molto più grande di noi.
cara ale, per una coincidenza temporale proprio oggi ho dedicati varie ore di lavoro per sistemare parte dei miei fumetti (e dunque anche della mia biografia) nel solaio. sto elaborando il video e fra qualche ora sarà in visione
RispondiEliminaun mio amico che è venuto a trovarmi questa estate (un vecchio amico, conosciuto nel 1967 e che desideravo tanto ritrovare qui) ha detto: "ci sono più pagine che ore di vita". se alle pagine dei libri aggiungiamo audio, video, fotografie è del tutto evidente che molto sfuggirà dal nostro campo di attenzione( cerchio dell'apparire, dice severino)
e così non conosco napoleone.
ma, qui viene il bello, sono proprio le informazioni frammentarie che arrivano attraverso internet che fanno conoscere (per brandelli, per l'appunto) oggetti culturali sconosciuti
e così apprendo da te che nonna allegra parla proprio come parlerebbe emanuele severino.
trovo molto interessante che un fumetto veicoli un messaggio filosofico. nulla di sorprendente, essendo il fumetto un prodotto culturale.
bello questo post.
davvero bello e istruttivo.
la nostra formazione è PERMANENTE. e quindi dobbiamo imparare, imparare, imparare
e imparare la filosofia è davvero importante. me ne accorgo a 64 anni (quasi). meglio tardi che mai.
un ultimo ringraziamento: il link al sito della bonelli che non guardavo da troppo tempo. bellissimo. lo metto nella sitografia della antologia del tempo che resta
a fra poco, con il video
ti piacerà
ciao
paolo
i fumetti nel solaio: http://coatesa.wordpress.com/2012/09/02/i-fumetti-nel-solaio/
RispondiEliminacarissimo,
Eliminagrazie per l'apprezzamento e per il link. ti sto ascoltando in questo momento: sappi che ci sarà un post/bis su Dago e alcune tavole che ho trovato particolarmente significative. Non c'entra Severino, stavolta, ma sono sicura che ti incuriosirà, come hai incuriosito me con il tuo video-rassegna.
i fumetti vanno ancora, per fortuna, anche quelli considerati non autoriali.
ne riparleremo. buonissime ore!
e buonissimi giorni
Eliminala ciclicità dell'alternanza vita morte nel tempo eterno suona molto buddista...
RispondiEliminaanonimo pp
Esattamente, caro PP...
Eliminapresto inserirò Giallocurcuma tra i miei preferiti così è sicuro che non lo perderò più di vista.
Grazie mille per il passaggio.
ZIO NN NN
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