martedì 25 giugno 2019

Le parole che mi hanno detto. E che mi hanno convinta a ricominciare

Gentile Madama Tap,
sono incappata nel Suo blog da poco e ne sono già innamorata. L'ho scoperto essenzialmente per due ragioni: amo Giudice Amy alla follia e ho moltissimo tempo libero, essendo disoccupata.
Ho visto questo telefilm per la prima volta quando ero ragazza - ho quarant'anni adesso -, e lo seguo ancora e ancora tutte le volte che lo danno. Mi piace l'integrità delle due protagoniste, adoro il fatto che vivano insieme nella stessa casa, una tribù matriarcale in cui Maxine è la saggia e anziana elefantessa capobranco. Mi piace perfino la luce, soprattutto la mattina, quando la casa è immersa in un giallino che a me sa tanto di speranza, di buoni propositi, di "anche oggi sarà una giornata produttiva".
Anche a me manca la stanchezza. Infilare un caffè di corsa tra un impegno e l'altro, telefonare correndo sul marciapiede, aggiornarmi coi colleghi. Più di tutto mi manca l'esperienza, il saper fare il proprio lavoro, i trucchi del mestiere, quelli che si accumulano e acquisiscono solo facendo, facendo la stessa cosa per tanto, tanto tempo. Essere brava in quello che faccio. Essere disinvolta e sicura nel mio mestiere. Avere un senso.
E anche a me arrivano le soluzioni facili di amici e parenti. Le ripetizioni, il baby-sitting, lavare le scale - lavori che ho fatto e che faccio, peraltro. Perché è meglio di niente. Mah, considerato che magari devo usare l'auto per spostarmi e per lavorare 1 ora e guadagnare 6-7 euro sì, a volte è meglio niente. Ed eccoci, ti guardano come se fossi un insetto, perché, "cosa ti ho detto, qualcosa è meglio di niente, e poi sto solo cercando di aiutarti, forse non hai tutto questo bisogno di lavorare. Oppure non ne hai la voglia".
E in un battibaleno diventi la sfaticata della famiglia, quella schizzinosa, quella ambiziosa. Voglio di più, ma allo stesso tempo non ho coraggio e autostima sufficienti.
Mi sono ritrovata così tanto nel Suo articolo, Madama. Non so cosa Lei desideri dalla vita, sia quel che sia Le auguro di trovarlo. 

Un abbraccio solidale,
S. 

Sono rimasta davvero colpita dalla mail di questa giovane donna. 
Come le ho scritto in privato, la mia vita è totalmente cambiata dai tempi in cui scrivevo quelle parole.

Sono tornata a sentire la stanchezza da lavoro, ma per farlo sono dovuta emigrare dall´Italia.

A quasi un anno dal mio trasferimento in terra asburigica, è giunta l´ora di riprendere ad aggiornare il blog.

Sì, sì, lo so che è una di quelle notizie da prima pagina e che davvero stavate tutti aspettando di riavermi qui nel magico mondo cibernetico.

Ma, oltre ogni ragionevolezza e senso di decoro, la scrittura mi è mancata molto. E non solo quella.

Grazie per la fiducia.

A presto, cari amici.