sabato 18 marzo 2017

Letteratura e ironia in rosa a Lu Portu: una rassegna che merita



Ho scattato la foto che vedete sopra in occasione dell'inaugurazione della "Panchina rossa" contro la violenza sulle donne voluta dall'amministrazione comunale di Porto San Giorgio (in collaborazione con il liceo artistico e la Pro Loco della città) come colorato ammonimento a tutto il genere maschile a tenere mani (e altri arnesi) a posto.

Ho scelto l'immagine per introdurvi il pezzettino che vi riporto pari pari sotto, dedicato a una rassegna di letteratura al femminile chiamata "Non solo rosa", in corso in questi giorni nella località adriatica in cui ho scelto di vivere. L'avevo scritto per il Corriere Adriatico che poi non l'ha pubblicato per ragioni di spazio.

Mi pareva brutto che andasse sprecato visto che giusto stasera alle 18.30 si tiene il secondo incontro.
Magari a qualcuno fanno comodo le noterelle della sottoscritta.
Guardate sotto e, se vi va, andate. Buon fine settimana, amiche e amici.

Chi l'ha detto che le donne non sappiano ridere di loro stesse? Se ancora ce ne fosse bisogno, a dimostrarlo sono le cinque autrici invitate a Porto San Giorgio per la rassegna <<Non solo rosa>>, curata dall'assessorato comunale alle Pari Opportunità in collaborazione con l'European writing women association, di cui sono responsabili per le Marche Christina Assouad ed Eleonora Vagnoni. Dopo la simpaticissima Rossella Boriosi e il suo racconto tragicomico sulla menopausa, oggi, alle 18.30, approda alla sala Castellani Federica Bosco, con la sua cura <<detox>> per disintossicarsi da un'emergenza d'amore. Alla sceneggiatrice e scrittrice milanese, classe 1971, tocca quindi il compito di erudire la platea sulle migliori strategie per liberarsi da questo sentimento così zavorrante (e altrettanto, ahinoi, indispensabile). Si tratterà, c'è da scommetterlo, di tecniche fondate sull'ironia, vera e propria cifra stilistica della Bosco, autrice di bestseller come <<Il peso specifico dell’amore>>, <<Non tutti gli uomini vengono per nuocere>> e <<Pazze di me>>, quest'ultimo diventato un film con la regia di Fausto Brizzi. 
Dopo la scrittrice milanese, la rassegna proseguirà il prossimo 25 marzo con Stefania Bertola e il suo <<La ragione e il sentimento nelle donne di oggi>>. Poi, sabato 1 aprile è la volta di Sara Porro con <<Prenotazione obbligatoria: vagabondaggi di gusto A/R>>. Infine, il 29 aprile la chiusura è affidata ad Alice Basso che parlerà di <<Scrivere è un mestiere pericoloso soprattutto se si è donna>>.
Tutti gli incontri sono fissati alle 18.30, ospitati sempre nella sala Castellani di corso Castel San Giorgio, appositamente rinnovata per la rassegna, come ha sottolineato l'assessore Catia Ciabattoni durante l'apertura dello scorso otto marzo. Al termine delle conferenze è previsto un piccolo rinfresco. Ulteriori informazioni al numero 347/7208544.

martedì 14 marzo 2017

Sì al crowdfunding per Mise en Abyme!



Non mi piace auto-promuovermi (sono la donna anti-marketing per eccellenza), ma in questo caso lo faccio per una buona causa.
Ho scritto l'articolo che vedete sopra per aiutare i due giovani miei concittadini espatriati a completare la raccolta fondi online per lanciare il cortometraggio intitolato - misteriosamente e fascinosamente - Mise en Abyme.

Sono rimasta molto colpita innanzitutto dalla combattività e dall'entusiasmo del regista Edoardo Smerilli e del suo coproduttore nonché amico d'infanzia Riccardo Gaspari. Fossi stata così io a venticinque anni avrei spaccato il mondo. O forse no. Ma questa è un'altra storia.

Ho però deciso di ripubblicare qui il testo originale del pezzo per dare la possibilità a chi vorrà sostenerli di andare direttamente da qui sul link della loro campagna. C'è tempo fino al 31 marzo per portarla a termine (e, magari, superarne il limite minimo).
Coraggio: sosteniamoli tutti. Se lo meritano. E noi ci meritiamo di andarli a vedere al cinema!

Surreale e super-tecnologica è la farfalla protagonista di "Mise en Abyme", il cortometraggio del venticinquenne sangiorgese Edoardo Smerilli, volato a Praga per un master in sceneggiatura in una prestigiosa scuola di cinema (la Famu), dopo la laurea al Dams di Bologna. Per poterne apprezzare le oniriche evoluzioni e scendere nell'abisso con il protagonista del film, serve un ulteriore sforzo economico da parte di tutti, volendo anche dei concittadini del giovanissimo regista. Smerilli ha infatti attivato una campagna di raccolta fondi online - meglio nota come crowdfunding - per raggranellare gli ultimi ottomila euro che gli serviranno per ultimare la costosa post-produzione. Per seguirne l'evoluzione (e dare il proprio contributo) basterà cliccare su Mise en Abyme. <<Siamo già arrivati al 70% della raccolta: c'è tempo fino al 31 marzo per completarla>>, precisa Riccardo Gaspari, l'altro venticinquenne sangiorgese coinvolto nell'avventura di Smerilli, manager a Dubai per un'azienda tedesca di e-commerce. <<Amo il cinema e sono molto amico di Edoardo, così ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze universitarie e lavorative per aiutarlo a realizzare il suo progetto>>, precisa Riccardo. Chiaro che il sogno di entrambi è di andare ben oltre l'obiettivo minimo fissato dal crowdfunding: <<Con quegli ottomila euro le sette-otto persone impegnate nella post-produzione prenderanno giusto qualcosa di simbolico>>, sottolinea a sua volta Edoardo, che non riesce a spiegarsi come mai in Italia siano ancora così poche le persone che fanno ricorso alle campagne online di raccolta fondi. <<Nella mia scuola di Praga siamo stati selezionati in venti: quasi tutti hanno usato il crowdfunding per i loro progetti>>. Sulla stessa lunghezza d'onda è Riccardo, che parla di <<start-up>> partite proprio con questa via, oltre che di <<campagne che hanno raggiunto anche il doppio di quello che avevano chiesto>>. Se accadesse così anche a Mise en Abyme, ammettono i due ragazzi, <<potremmo andare oltre il cortometraggio>>. Tutti e due, in ogni caso, restano saldamente ancorati a terra quando spiegano che cosa si andrà a finanziare con il denaro raccolto: oltre a quello per le risorse umane coinvolte e per avviare una strategia di distribuzione <<efficace e pervasiva, ciò che ci manca sono i finanziamenti per le render farm>>, scrivono nella pagina Web della loro campagna. Più nel dettaglio, Edoardo precisa che con quel denaro sarà possibile <<processare e rendere realistici>> tutti i dettagli della città vista dall'alto costruita totalmente in 3D, come la farfalla blu che dà il via alla storia: <<Render farm significa letteralmente 'fattoria per processare', ossia veri e propri palazzi pieni di computer impegnati a restituirci tutti i particolari della città>>, aggiunge il regista. Un lavoro enorme, insomma, che Edoardo e il suo team complessivo di una trentina di persone, comprese le società Maxman Soc. Coop e Bloomik Creative & Post Production Studio, che stanno partecipando alla post-produzione, hanno avviato quasi un anno fa e che si spera li porterà a debuttare nei festival del cinema più importanti. <<Fino a quel momento non possiamo mostrare nulla del film, anche se i feedback che ci sono arrivati anche via Facebook su quel che abbiamo potuto diffondere sono tutti positivi>>, racconta Edoardo, convinto, tanto quanto Riccardo, di aver fatto un grande lavoro, dalla sceneggiatura (ispirata a una novella di Philip K. Dick) alla tecnologia: <<La nostra - concludono - è sicuramente una novità interessante nel mondo dei cortometraggi, in Italia e all'estero>>.


domenica 12 marzo 2017

Libri, teatro e persone: che spettacolo!


E rieccomi qui dopo mesi e mesi. Vi sono mancata? Ne dubito.
Ho deciso di usare il mio vetusto blog per parlare di alcuni incontri davvero speciali.
La signora bionda sulla sinistra della foto che sta scrivendo un autografo a uno dei suoi numerosi lettori è Cinzia Tani. Quella a destra è Mirela Di Chiara, la libraia di Porto San Giorgio che mi ha permesso di conoscerla.
Come è stato possibile? Presto detto. La scrittrice e giornalista romana (ma, ho scoperto, con sangue abruzzese nelle vene) era stata invitata a presentare il suo nuovo romanzo "Il Capolavoro" nel Mondadori Bookstore gestito dalla mia amica, a sua volta coinvolta in "Libro, che spettacolo!", una manifestazione nata dieci anni fa per promuovere la lettura e il teatro.

A mancare nell'immagine è proprio l'ideatore dell'iniziativa, ossia Pier Paolo Pascali, il funzionario dell'Associazione generale italiana dello spettacolo, che ha aperto il pomeriggio con Cinzia.

Il momento che ho immortalato è però successivo all'incontro da Mirela.
Dopo un aperitivo tanto buono quanto rapido, noi tre donne siamo corse in negozio per recuperare i libri da portare nel foyer del teatro comunale, giusto dieci minuti prima che il fantastico Pier Paolo prendesse la parola sul palcoscenico per presentare di nuovo Cinzia, cui era affidato l'arduo compito di spiegare in dieci minuti in che cosa consistesse il suo nuovo libro.

Sono rimasta attaccata alla parete in fondo alla platea per vedere come l'avrebbe fatto.
Ho cercato di carpire ogni parola e gesto di questa donna alta e longilinea dal sorriso energetico.

Cinzia è partita dal 1947, l'anno in cui si apre il romanzo, scelto, guarda caso, anche dalla compagnia di Davide Anzalone per la propria, originalissima, rivisitazione di "Arlecchino servitore di due padroni".

L'Italia è un paese piccolo e stanco, capace però inspiegabilmente di partorire ancora menti vivaci e generose.
"Zanza" era venuto in libreria per parlare del suo "Arlecchino", dicendoci che è giunta l'ora di tornare al racconto corale: basta con tutti questi monologhi tristi.

Non ho avuto il tempo di parlarci, ma ringrazio tanto anche lui per il coraggio con cui porta in scena le sue braccia svirgolanti e la sua straordinaria simpatia. Bravissimi davvero tanto anche i suoi attori.

Mi fermo perché vorrei evitare di scadere nella retorica.

Concludo solo dicendo di aver imparato molte più cose in un pomeriggio/sera di quante ne ho apprese in anni e anni da blogger.

Ed è questa una delle ragioni per cui ho diradato moltissimo i miei scritti ombelicali.

Ho capito di avere bisogno di accumulare vita per poter scrivere in modo diverso.

Per poter fare sul serio.

Mio padre oggi mi ha detto una frase bellissima: "Il vento sta girando e finalmente è a tuo favore".

Non so se sia un suo auspicio di padre e basta, ma comunque mi ha fatto molto bene sentirlo da lui.

Farò di tutto per assecondarlo, caro papà.
Dovunque mi porti.

Vi lascio con una canzone dei Simple Minds che accompagna molte mie corsette di questi giorni (a proposito: correre, che gran cosa).

Qualcuno arriverà, qualcosa accadrà.

In summertime.