lunedì 21 novembre 2011

Tutto un giro


Non sarà davvero un fumetto, però è abbastanza sicuro che la vita sia un cerchio. Dal nulla al nulla, o dalla terra alla terra, se si preferisce. Lo dice anche la sigla iniziale del Re Leone, nella versione italiana cantata da Ivana Spagna (Ivana Spagna? Ebbene sì: l'ho scoperto solo qualche giorno fa cercandola su Youtube).
Il testo e soprattutto le immagini che raccontano della nascita di Simba e del benvenuto che gli tributano i sudditi del grande Mofasa mi hanno sempre commosso.
Si nasce senza sapere perché, poi un giorno ci si rende conto di esistere e si prova (a me è successo davvero) un misto di angoscia e di eccitazione per il sangue che ci pulsa nelle vene e per la nostra immagine riflessa negli specchi.
Si prende coscienza di essere mortali e di far parte, come le piante, le montagne, il sole e la luce, di un immenso e misterioso equilibrio millenario, messo, sì, a dura prova dal nostro intervento di uniche, presunte, creature dotate di intelletto, ma pur sempre remoto e incomprensibile nella sua essenza più profonda.
E quindi? Che significa tutta questa pseudo-filosofia?
Niente: solo che Madamatap "rinasce" su blogspot, spostandosi dal morente (ma spero ancora attivo: almeno per qualche giorno!) Splinder.
Non ho ancora capito se riuscirò a salvare i contenuti della precedente piattaforma, almeno a partire dall'ultima trasformazione.
Se fosse troppo complicato, beh, pazienza.

Come mi ha detto una recente conoscenza, nella vita si nasce e si muore più volte, fino all'ultima, chissà se davvero definitiva.
A questo proposito, c'è un altro passaggio del Re Leone che mi fa piangere come una poppante: è quando Simba, ormai adulto, rivede nelle acque di un laghetto suo padre. Lo scimpanzé-sacerdote glielo mostra agitando l'acqua con un bastone.
Tutto quello che siamo è frutto anche di quello che siamo stati, noi e le persone che ci hanno preceduto, dai genitori ai primi, lontanissimi, avi.
Madamatap su Splinder, insomma, vivrà per sempre, in me e in chi già la conosceva quando ancora si chiamava "Cassetta degli attrezzi".
Il bello, però, deve ancora cominciare. Ogni promessa è già una scoperta, non credete?
Spero di ritrovarvi anche qui, insomma.


Passo e chiudo (dalla torre-non più tale).

Ps Mio nonno paterno diceva, della vita, che era "tutte nu gire". Ai tempi, se ben ricordo, il Re Leone cinematografico non esisteva ancora. A distanza di così tanti anni mi sembra di capire sempre meglio perché mi commuova come il primo giorno. Anzi, più di prima.

2 commenti:

  1. buon lungo viaggio anche qui.
    lasciar tracce è una delle cose importanti che possiamo fare
    è meglio lasciar tracce:
    http://paolodel1948.com/2008/10/26/paolo-conte-in-bella-di-giorno-da-psiche-e-lintersoggettivita-in-silvia-montefoschi/
    a rileggerti
    paolo

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  2. Indimenticabile il tuo post su Bella di giorno, Paolo: quanto tempo è passato da allora... sono così lieta di averti conosciuta ancora meglio. Un grande privilegio, sì sì!

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I commenti sono moderati: vi ringrazio per la pazienza e per l'affetto. Vostra Madamatap