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lunedì 11 febbraio 2013

Buon San Valentino a tutti con Betty la Fea!



Lo ammetto: sto diventando una casalinga di Voghera, anche se con il nord non ho niente (ma proprio niente) a che fare.
Lo dimostra anche la mia passione tardiva per Betty la Fea, scoperta una sera a casa dei miei qualche mese fa.
Il video sopra riportato è tratto da una delle ultime puntate della telenovela colombiana, a trasformazione della "cozza" avvenuta. Giusto ieri sera è andato in onda il matrimonio tra la medesima e Armando Mendoza, il personaggio interpretato da Jorge Enrique Abello (ne ho imparato il nome solo ieri sera!), nella vita attore e regista.
Il tipo che canta è sicuramente famosissimo in Colombia, come anche il pianista dai tratti andini che suona al loro matrimonio. Ovviamente, non li avevo mai visti, ma lo ammetto: mi è scappata pure la lacrimuccia, come se stessi assistendo a una cerimonia nuziale vera!
Da stasera inizia il sequel, intitolato, com'era prevedibile, Ecomoda, il nome dell'azienda che alla fine dirigeranno insieme gli sposini felici. A dirla tutta, la presidenza resta a Betty, rivelatasi una manager di grande valore. E, considerando che la telenovela è di oltre dieci anni fa e che la Colombia è un Paese difficile, in crescita, certo, ma con gravi problemi socio-economici, resto ulteriormente colpita dalla scelta per così dire "femminista" degli sceneggiatori. Sarò anche diventata una casalinga di Voghera, infatti, ma il mio nuovo status non mi ha fatto dimenticare in che razza di presente e di Paese tocca vivere: una telenovela così da noi non sono capaci di farla, semplicemente perché sarebbe troppo irrealistica.
Stoppo subito la lamentatio.
E saluto Betty, Armando e la fantastica banda delle racchie con uno spezzone del finale, il punto in cui canta il pianista andino e la bella signorina con la voce da Fado: una scelta che più sdolcinata di così non si può!




Che altro dire?
Alla vigilia di San Valentino, auguro a tutti i coraggiosi che stanno mettendo su famiglia in questi strani anni di mantenere il sorriso anche nei giorni più bui. Non lasciate che vi rubino i sogni. Non permettetelo mai.

domenica 30 dicembre 2012

La cura della leggerezza per un ex (?) brutto anatroccolo

Lorna Paz, alias Patrizia la bionda finta in Betty La Fea

Avrei voluto scrivere un post serio serio, cupo cupo, e invece ho cambiato idea, proprio grazie all'ispirazione originaria. Sì, perché sono andata a cercarmi informazioni sulla "bionda tinta" della telenovela colombiana Betty La Fea e così ho scoperto cose talmente interessanti da farmi desistere dai propositi polemici e depressivi.
Ho conosciuto la storia di "Beatrice la cozza" (Fea significa all'incirca questo in italiano) grazie a mia mamma, nelle varie trasferte degli ultimi tempi nella mia città natale.
Lo danno tutte le sere (compresi sabato e domenica) su Vero-Capri, il canale di Maurizio Costanzo per casalinghe (sicuramente disperate) e gente in crisi come me.
La storia è vecchia come il mondo: in estrema sintesi si parla della trasformazione di una giovane donna-brutto anatroccolo ma con grande cervello in un magnifico cigno.
Ovviamente, l'attrice protagonista (Ana Maria Orozco) è una bellissima colombiana, morbidamente attraente quanto le altre partecipanti alla telenovela trasmessa dalla tv del paese sudamericano tra il 1999 e il 2001. Nel link che ho riportato appena sopra potrete assistere e stupirvi come ho fatto io poco fa della sua metamorfosi nella racchia dal QI ben sopra la media. Non solo, scoprirete anche che il ben più noto Ugly Betty ha preso spunto proprio dalla soap colombiana, così come le altre numerosissime versioni trasmesse in tutto il mondo.
Ho già espresso il mio positivo giudizio positivo sulle culture ispaniche all'incirca un anno fa, in occasione del mio innamoramento televisivo per Fisica o Chimica. Anche in quel caso, ovviamente, sto parlando di telefilm svuota-cervello (come li definisce mia mamma), ben più positivi per la mia psiche un po' turbata di quelli sui medici che spopolano ormai da anni in tutte le tv e quelli violenti e cinici tanto di moda nel pubblico più disincantato di me.
Insomma, vado alla ricerca dell'evasione e della leggerezza, pur rifuggendo la retorica dei buoni sentimenti e la lagna melodrammatica.
E poi diciamolo: è facile immedesimarsi in Betty e sperare di trasformarsi in cigni, non solo esteticamente parlando.
C'è un ultimo aspetto che mi piace delle mie recentissime scoperte sulla soap colombiana: gli attori sono miei coetanei e hanno girato le puntate che li hanno resi famosi tra il 1999 e il 2001, negli stessi anni in cui io ho frequentato la scuola di giornalismo. Nello stesso periodo in cui, insomma, in un certo senso anch'io mi trasformavo se non in cigno in un paperotto meno goffo.
Oltretutto, la Colombia è il paese di Gabriel Garcia Marquez, uno dei miei autori preferiti ai tempi del liceo, quando mi sentivo piuttosto "fea" ma con un ribollìo nel sangue che non mi ha più abbandonato.
Insomma, ci si cura anche così, sognando impossibili rivalse e ridendoci anche un po' su.
E pazienza se non si è sempre in grado di mostrarsi forti e corazzati.
A volte bisogna ripiegare e acciambellarsi come gatti. Al risveglio avremo di nuovo fame e una gran voglia di esplorare.