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sabato 1 agosto 2015

Guarigioni (alleggerimenti) dell'anima

Alla fine sono guarita. Beh, meglio così, sennò sarebbe stato davvero inquietante.
Detesto essere malata, anche perché (per mia fortuna) non è una condizione in cui mi trovo spesso.
Nei lunghi (diventano davvero lunghissimi in certi momenti) giorni di malessere, non ho fatto granché. Faceva un caldo boia, non riuscivo a stare distesa neanche sul divano: dopo pochi minuti diventava bollente. L'aria, adesso, è leggermente più fresca. Risanata, mi sono comunque accorta di essere piuttosto stanca. Non debole (direi per niente), solo bisognosa di starmene, stavolta sì, distesa a guardare il mare. Che privilegio, eh, me ne rendo conto da sola.

I dati sulla disoccupazione diffusi ieri dall'Istat (con il controcanto governativo sulla promessa di 150 mila nuove assunzioni entro fine anno) non mi riguardano nemmeno lontanamente. Tuttavia, data la mia totale assenza di occupazione in questa stranissima estate del mio 44 esimo compleanno, ascoltare anche solo pochi secondi dell'ennesimo servizio sui giovani che non hanno lavoro e di certo non una pensione sostanziosa dopodomani, non è che mettano di buon umore.

Forse avrei bisogno di staccare sul serio, fosse anche per pochi giorni.
Per fortuna le mie letture in altre lingue mi aiutano a proiettarmi da un'altra parte.
Durante gli anni di malattia di mia madre, l'inglese è stata davvero un'ancora, non di salvezza, non esageriamo, ma anti-stress sì.
Lo stesso (non proprio, ma quasi) sta succedendo adesso con il tedesco
Es ist sehr schwer (è molto difficile) ricordarsi concordanze e declinazioni, ma è una sfida stimolante.

Fino al giorno del concorso, comunque, mi sembrerà di avere ancora un'identità professionale.
Non essendo "famosa", dubito che qualcuno che lo è passi da queste parti a leggere il contenuto depressivo di questo post. Come si diceva con mio padre qualche giorno fa, nessuno ha voglia di assumere una persona demotivata. 
In verità non lo sono davvero: ho solo paura. Ebbene sì. 
Entro qualche settimana me la farò passare, non temete, mio sparuto gruppo di seguaci.

Ho però imparato quanto sia salutare riconoscere i propri sentimenti e tentare di farci i conti, per tempo.
E quindi? Niente: I'm going on. 
A proposito d'inglese, ieri ho visto su Cielo Chicago, purtroppo non dall'inizio. Come sono bravi tutti: quel tipo di musical mi piace. Secondo me, per capire il talento (anzi, la maestrìa) di certi attori, bisogna guardarli ballare e cantare. Non dico che chi non lo sa fare non sia bravo, ma Richard Gere che balla il tip tap o Renée Zellweger che fa la vamp imitando Marilyn e la stra-bona Catherine Zeta Jones capace di uccidere solo con lo sguardo e poche mossette delle sue strepitose gambe, sono obiettivamente un piacere per gli occhi e per l'anima. E poi io adoro chi canta e balla bene: mi sarebbe piaciuto assai saperlo fare anche un pochino pure io.

Cerco la leggerezza, in definitiva, anche poca poca, e il cinema, come sempre, aiuta.
Voi ce la fate a liberarvi anche solo per poco dai pensieri pesanti? 
Spero di sì.

Per aiutarvi (ci), vi lascio con un piccolo frammento del film, il finale:




Fortissime, eh?
Buon primo fine settimana di agosto a tutti.