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mercoledì 19 marzo 2014

Gena Rowlands, la donna speciale che vorrei essere




Anche se la tecnologia va avanti, non riesco a liberarmi dei vhs. Soprattutto di quelli che non ho ancora visto, convinta, come mi capita con i libri, che lo farò, un giorno o l'altro.
Tra i film in pellicola rimasti sull'apposito dispenser a colonna (un accricco che fa pensare un po' a un'alabarda. Utile ma non molto bello, devo dirlo), c'è anche La sera della prima, con Gena Rowlands. Ricordo di aver comprato la videocassetta attratta dalla trama. Una specie, se non vado errata (ossia, fino a visione effettuata, chissà quando), di Viale del tramonto aggiornato agli anni Settanta.

Di una cosa, però, sono sicura: quando lo guarderò, adorerò l'interpretazione di questa grande attrice americana, classe 1930, oltre che tout court donna di gran classe.
Se potessi scegliere, vorrei essere più o meno come lei.

Ieri sera, per dire, ho visto il primo film in cui debuttava alla regia suo figlio Nick, Una donna molto speciale, ma, poco fa, leggendo la biografia di Gena, ho scoperto che l'attrice ha lavorato in prevalenza con il marito John, celebrato (ma a me sconosciuto: perdonate la mia ignoranza) regista statunitense.

Trovo interessante che una donna, all'apparenza così fiera e indipendente, abbia costruito in fondo i suoi successi più grandi grazie ai legami familiari.
Certo, l'ha diretta (oltre che voluta fortemente) anche Woody Allen e nella scheda che ho compulsato di Mymovies si precisa che sia riuscita comunque a mantenersi autonoma da consorte e figliolo.

Però. A volte ho l'impressione che siano proprio le donne "speciali", come il personaggio di Mildred che ho conosciuto ieri sera, ad aver maggiormente bisogno di un focolare domestico in qualche modo sicuro.
Senza un posto al quale fare ritorno, senza affetti significativi, forse sarebbero costrette a dire addio a tutta la loro conclamata forza.

O forse sono solo in giorni più fragili, chi lo sa.
In tutti i modi, ho trovato commovente e molto plausibile il finale di questo piccolo film. Non ve lo racconto nei dettagli, casomai voleste guardarlo, un giorno.

Posso solo aggiungere che ha amplificato l'effetto, già abbastanza potente, che aveva prodotto su di me il finale della puntata di ieri sera delle Gilmore Girls, oggi in replica a ora di pranzo.

Quando ci si sente bloccati, non va mai bene.
Bisogna cambiare, anche di pochissimo.
Perché se non lo facciamo per tempo, poi sarà troppo tardi.

Sembra che la Rowlands abbia dato la sua voce al personaggio della nonna di Marjane Satrapi in Persepolis, il film di animazione ricavato dall'omonimo fumetto da me molto amato.
Anche in questo caso si trattava di una donna forte e, come tale, di una che ha creduto molto nei valori della famiglia.

Anche io ci credo. Almeno, credo nei legami importanti, nel sostegno reciproco, nella forza che vicendevolmente ci si passa al momento del bisogno.
E sì, lo ammetto: senza punti fermi non ce la potrei mai fare.
Anche se la forza e l'indipendenza, per me sono ancora punti di arrivo.

Senza sfide non si vivrebbe, d'altra parte.
Ne ho ancora una bella grossa da sostenere.
Allora, basta piagnistei (ammessi solo quelli di pochi minuti, in bagno, o al limite, senza testimoni) e avanti.
Non c'è altra scelta.
Almeno, io so di non averla.
Grazie, idealmente, Gena.
Godetevi il video sopra, adesso.
Che donna!