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giovedì 15 giugno 2017

Fenomeno Gabbani e il segreto del successo


Sono incappata nel fenomeno Gabbani per questioni di lavoro.
Ora: non credo sinceramente che mi procurerò tutta la sua discografia, ma devo ammettere di esserne rimasta conquistata.
Mi piace su tutto la sua grande ironia non stronza, ossia di quelle che non virano verso il sarcasmo, bensì del genere sagace e divertente.

Nella full immersion che ho fatto nei giorni scorsi, tra l'altro, ho ascoltato anche pezzi poetici e riflessivi. Io però sto parlando soprattutto dei testi, mentre so benissimo che un buon ottanta per cento del successo di questo trentaquattrenne carrarese dipende soprattutto dalla grande energia che trasmette la sua musica.

Di base gli arrangiamenti sono radiofonici, concepiti per far ballare (o comunque ballonzolare) le persone mentre fanno la spesa (o stirano, come farò io forse tra poco), e questo, per una pallosa come me, è un limite.

Almeno in generale.
In questo caso, invece, intendo nella canzone che linko sopra, il connubio tra testo, musica e commercio è perfetto e a me non viene che inchinarmi per tanta professionalità.

Perché diciamocelo: ci sono tanti bravi musicisti e discreti interpreti, ma nel successo, quello che ti rende un nuovo Celentano o Battisti, voglio dire, contano, oltre alla fortuna personale, una cazzutissima preparazione (anche fisica), idee e staff qualificato che curi ogni minimo aspetto del personaggio che aspiri a diventare.

Qualche anno fa, se ho visto bene cercando i suoi pezzi sul web, Gabbani non era così in forma come è apparso ieri sera sul palco di Fermo. Avrà di certo pure un personal trainer.
Anche il look, quel ciuffo scolpito e quelle t-shirt semplici ma curate, la barbetta disegnata sopra quel magnetico sorriso sono studiatissimi.

Più invecchio e più capisco, insomma, che se vuoi sfondare non puoi lasciare niente al caso.
E la spontaneità, direte?
La spontaneità la usi anch'essa come marketing se lo sai fare, altrimenti cerchi di nasconderla con l'aiuto di un insegnante di public speaking o con la respirazione yoga, se sei uno che va in panico a contatto con la folla.

Molto probabilmente Gabbani ha doti naturali di comunicatività, però non è così per molti aspiranti artisti, pur bravi e talentuosi.

Oltre una certa età, detto ancora meglio, se non si è riusciti a governare la propria emotività o al contrario il proprio eccesso di ego, è piuttosto improbabile che il successo alla fine arrivi.

Per riuscire non basta il talento, insomma. Bisogna invece pure avere l'umiltà di farsi rivoltare come calzini da chi ha visto qualcosa in noi, purché, naturalmente, questo qualcuno sia un professionista con le contro-palle.

Diffidate dai dilettanti della comunicazione e delle arti in genere, voi che credete ancora di avere qualcosa da lasciare ai posteri.

Una scrittrice che ho intervistato tempo fa e che rivedrò stasera in una conferenza, mi ha parlato dell'importanza della sua agente letteraria nel farla salire di livello quanto a casa editrice con cui pubblicare.

Per arrivarci, la stessa si è fatta un mazzo così nella scrittura, innanzitutto, ma anche in tutto quello che comporta diventare un personaggio pubblico. I vestiti sono tutto, il modo di atteggiare il corpo anche, l'uso della voce, etc etc.

Con questo, ovviamente, non voglio dire che ci si debba imbalsamare, anche perché, se il risultato finale è troppo giustapposto, poi il pubblico se ne accorge e ti bastona.

Sto dicendo però che non bisogna aver paura di farsi un po' modellare, quando chi lo fa ha chiaro con te l'obiettivo di farti brillare, non di trasformarti in un clown.

Gabbani riluce, insomma, e persino una criticona come me l'ha capito.

Tutto sta a vedere come saprà gestire nel tempo la sua fama. In conferenza stampa si diceva tranquillo per la consapevolezza che, comunque, cambiando lui come accadrà nel corso del tempo, cambierà anche la sua musica. Da parte sua continuerà a scrivere canzoni. Meno male.

Oh my darling, che simpatica scoperta.