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lunedì 28 maggio 2012

Lavorando per sottrazione, invecchiare è un'arte

Pietà Rondanini, Michelangelo
Me ne ha parlato un grande artista conosciuto lo scorso inverno, ma non l'avevo mai vista. Per quel che poco che capisco d'arte, mi sembra veramente un capolavoro.
Mi piace pensare che invecchiando gli artisti di tutti i tempi imparino a lavorare sempre di più per sottrazione. Di sicuro sembrerebbe averlo fatto Michelangelo, che da giovane scolpì opere maestose come il David e la Pietà più famosa, quella romana, anzi vaticana.  Più avanti negli anni, invece, sarebbe arrivato alla conclusione che non servisse definire alla perfezione i contorni per restituirci il corpo e il dramma della finitudine umana.
Ai grandi, ai più navigati e di provato talento, in sostanza, bastano due tratti, due martellate (si fa per dire) ed ecco che viene fuori la vera essenza, il vero volto, imperfetto e limitato, dell'uomo.
Chissà che un giorno non succeda anche a me, benché io non sia un'artista.
Però uso le parole e conosco la fatica del metterne una dopo l'altra con accuratezza non pedante.
E dire che da ragazzina scrivevo temi brevi, a tratti quasi ermetici, che raramente mi hanno permesso di superare il 7. Probabilmente, era giusto così: non avevo ancora l'età giusta sintetizzare in maniera adeguata i miei pensieri, così che finivo per risultare un po' oscura. Oltretutto, con la mia grafia da medico condotto, dovevo essere doppiamente illeggibile.
E d'altra parte la brevità non è per forza virtuosa, bensì può essere anche sinonimo di sciatteria.
Malfatti sono per esempio quei tg che puntano tutto sulle super-brevi, le breaking news che ho citato nel post dell'altro giorno, che non di rado toccano vertici di fastidioso nonsenso.
Ma qui l'arte o la letteratura non c'entrano.
Però, magari, invecchiando, anche i giornalisti imparano a sfrondare, componendo veri e propri haiku al posto di semplici ultim'ora.
Chi può dirlo. Di certo non io che sto qui che mi arrampico sugli specchi per cercare una conclusione che non c'è.
Trovata: vi lascio con l'enigma leonardesco proposto dall'artista che mi ha parlato della bellissima scultura di Michelangelo. Anche per questo occorre una certa maturità. E arguzia.

MUT       TUM

NEM       MEN

A            A

LOS       SOL

NOC     CON

Meditateci su e buonanotte.