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giovedì 21 febbraio 2013

Montaigne e la soggettività: una lezione imperdibile. Di vita

Dall'introduzione ai Saggi di Michel Eyquem Montaigne

Scrivere un diario, scriverlo male, significa normalmente scrivere le cose più importanti, non i dettagli.
Lo dice una delle partecipanti alla conversazione su Montaigne (adesso che lo scrivo mi rendo conto di sapere di chi si tratta... che emozione) che mi ha mandato il mio carissimo amico Paolo Ferrario sotto forma di link su Facebook.
Le stupidate si scrivono identiche anche oggi, qui su questi spazi virtuali, e forse ancora sui diari scolastici.
In ogni caso, l'attenzione ai dettagli richiede tempo, impegno e sì, coraggio.
Consiglio caldamente ai miei pochi lettori di ascoltare la lezione-conversazione su questa grande figura vissuta nel '500, di una modernità sconvolgente.
Mi piace moltissimo l'alternanza tra "l'alto e il basso" (vi sfido a trovare qual è l'uno e l'altro) e lo spirito di condivisione che caratterizza il mio amico (collerico, ma molto molto intersoggettivo) Paolo.
Mi stanno facendo tornare in mente i miei diari cartacei, per i quali provo una qualche nostalgia, semplicemente perché, come Montaigne anch'io m'interrogo su quello che so. E che soprattutto NON so. Tutti i giorni. E se sono passata al diario online è perché la ricerca non è finita (tutt'altro) e spararlo in questo spazio cibernetico mi aiuta a non dimenticarmelo mai.
Grazie della lezione e delle belle voci che la animano.
Buon ascolto a voi.