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martedì 15 marzo 2016

Verso Venezia, dal viaggio mentale alla realtà con tutta l'energia possibile


E' ufficiale: da questo momento in poi sono entrata in clima pre-partenza.
Non riesco ancora a crederci che a quest'ora, tra due giorni, sarò (almeno spero!) dentro l'Arsenale di Venezia a dare il mio non meglio precisato contributo agli artisti (in qualità di "assistant") che già da qualche giorno hanno cominciato ad allestire i propri spazi.

Come leggete nel manifesto, i partecipanti alla decima edizione del premio Arte Laguna sono 120 e provengono da 35 nazioni diverse. 
Da quel poco che ho visto su Facebook e Youtube, di lavoro ce n'è ancora molto, ma, davvero, non ho la più pallida idea di quello che andrò a fare.

Per questo, forse, ieri non ho spiegato nulla nemmeno alla mia premurosa zia la quale pensava, in verità non so come mai, che fossi già partita e tornata.

Nella mia testa, in un certo senso, è davvero così: pur essendo all'apparenza svagata, dentro sono una macchina da guerra dell'organizzazione. Sui dettagli (tipo parrucchiere e smalto) sono piuttosto carente, ma, per esempio, per la preparazione del bagaglio sono già giorni che l'ho preparato mentalmente.

Che altro aggiungere? Nulla: spero solo di non fare figure barbine, da Calimero attempato, e di godermi anche un po' la città, per me un posto davvero speciale.
Diversamente, detto chiaro chiaro, non mi sarei imbarcata in quest'avventura.

Magicamente, almeno così mi sembra, l'ansia è circoscritta e sotto controllo.
Sarà che nei giorni scorsi ho fatto allenamento su altri fronti sensibili.
Oppure sarà davvero che sto diventando cuore di pietra.

Evito, il più possibile, di cadere in abusati schemi di comportamento.
Stavolta più che mai mi servirà quello che un tempo mi pareva un mio punto di forza: lo spirito d'adattamento.

Invecchiando, secondo me, un po' lo si perde, almeno lo si circoscrive ai soli ambiti in cui, davvero, non se ne può fare a meno. Tipo quando sei in mezzo a gente di cui non te ne frega nulla, ma verso cui devi mantenere un certo contegno, oppure quando, la butto lì en passant, devi apparire più sicura di come ti senti giusto appena sotto la pelle.

Nel resto del tempo, invece, mi sono convinta che sia di vitale importanza schivare le rotture di balle (per non dire di peggio). In altre parole, che sia assai più sano NON adattarsi.

Mai farsi violenza, amici, davvero. Mai.
Ecco: a Venezia in solitaria vedrò di mettere in pratica la mia nuova solo teorica saggezza.

Ho quasi pensato di portarmi il pc, ma alla fine, nel mio bagaglio mentale, ho capito che non c'era posto. E' facile che io posti foto e altre frasi sciocchine sui social, ma per un vero resoconto, spero anche fotografico, dei miei giorni in laguna, bisognerà che sia di nuovo tornata qui, alla base marchigiana.

Avrei potuto scrivere un pezzo classico sull'evento, sugli organizzatori etc etc, ma lascio che scopriate di che si tratta dai link che ho sparso qui e là.

Mi mancheranno i gatti, ma spero di incontrarne almeno qualcuno nei vicoli, manco fossi Corto Maltese.

In bocca al lupo a me (vi assicuro che ne ho bisogno). 
E a voi buon ingresso nella primavera!