mercoledì 2 dicembre 2015

Raccontare ciò che si sa. E ricominciare



Non immaginavo che facendo stretching mi venisse una gobba così, ma comunque non mi posso lamentare. Sono stata immortalata in questa guisa ieri sera nella mia amata palestra, durante la lezione con Rita Sacripanti, l'insegnante di fitness più tosta che io abbia mai conosciuto. Una maga, oltretutto, degli abbinamenti tutina-calzini-fasciapercapelli-scarpedaginnastica.

L'autrice dello scatto è Tiziana Bastiana, l'altra insegnante appartenente all'Associazione sportiva Fermo 85, che di solito incontro il lunedì e spesso il giovedì (in alternanza con Rita), la sola che sia riuscita a farmi volteggiare (all'incirca) e salire e scendere dallo step senza eccessiva ansia.
Alle mie ore nella palestra di Fermo ho già dedicato almeno un paio di post, per cui cerco di non ripetermi.

Ieri e l'altro ieri, però, ho finalmente messo in pratica un proposito che maturavo da tempo: fotografare la lezione, le donne che dividono con me gli allenamenti e le istruttrici. Soprattutto loro.
Il tutto (o meglio: una piccola parte del reportage nipponico che ultimerò domani sera con la lezione di zumba, che io non frequento, ma che è assai meritevole d'attenzione) finirà nella mostra natalizia all'ex mercato coperto della cittadina del Girfalco.

Ho avuto l'idea giovedì scorso, praticamente quasi in zona Cesarini (la mostra si apre il 12 dicembre prossimo), dopo giorni durante i quali mi scervellavo nel tentativo di escogitare qualcosa di originale.
Ballonzollando a ritmo di musica, mi si è accesa la lampadina di Archimede: falla semplice, racconta ciò che sai.

E così sto facendo, anche con un certo orgoglio e anche se l'impegno e la fatica ci sono ugualmente, quasi non sembra di provarli.

Più o meno gli stessi sentimenti ho avvertito stamattina pagando l'ultima rata che sancisce definitivamente l'acquisto del mio appartamento.
Sono, come potete immaginare, preoccupata per il conto che via via scende, ma al contempo sento fortemente di aver fatto la cosa giusta.

Quindi mi allungo, oltre i miei 152 centimetri, respiro più profondamente e attendo con fiducia il domani.
E a chi crede che lasciare il giornalismo significhi mollare, beh, non è così.
Significa con coraggio ricominciare.
Da qualche parte qualcuno sta sorridendo con me.

Hop hop...

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