domenica 20 ottobre 2019

Tutti a casa, la perfezione formato canzone


Faccio molta fatica a scrivere, ormai. Tanto più adesso, con la Bice che ha poggiato il muso sul mio avambraccio destro, ostacolandomi nei movimenti.
Fuori è più grigio di lei, nella più classica delle domeniche viennesi di quasi tutto l'anno. Non è il freddo ad impensierirmi, non più di tanto, almeno, ma proprio questa uniforme mancanza di colore.
E dire che ci sono parchi e spazi verdi in buona parte della città. Basta avere la voglia di uscire e raggiungerli. 
Oggi proprio non mi va.

Mi sento molto in sintonia con la canzone del mio amato avvocato, che vi linko sopra. Vedo la stanza illuminata e quest'uomo non più giovane che pensa alla donna che si scalda le gambe davanti al falò.
Non ho mai avuto un caminetto, ma, ascoltandola, mi pare di averlo fatto pure io, molte volte, di scaldarmi le gambe davanti al legno che scoppietta.

Vedo il giallo della luce artificiale, di una tonalità antica, come quella della cucina di una nonna. Vedo una donna con le calze di nylon e la gonna, davanti al camino, lo scialle sulle spalle. E' ancora giovane, non arriva ai quarant'anni, è in carne quanto basta, come usava fino a qualche tempo fa.
L'uomo che si scalda dentro, al pensiero di lei, potrebbe essere un po' più vecchio, l'ha corteggiata a lungo tempo prima, ma lei non ha ceduto. O forse sì, ma solo per poco.
Poi è arrivato l'autunno, e poi l'inverno e poi di nuovo ancora altre stagioni, fino al presente raccontato nella canzone, in cui l'uomo la ricorda, guardando dalla finestra la vita nelle strade.

Davvero difficile digitare con la gatta sul braccio, perdonatemi la scusa patetica.

Nella canzone c'è una perfezione difficile da descrivere. Ha un incipit, uno sviluppo e una fine inframmezzati dal ritornello e il suo canticchiare muto. Mi commuove e insieme conforta. 

E dire che mi è venuta in mente, in questi giorni, per il titolo, mossa com'ero dal desiderio di battere in ritirata a guardare il mondo dalla finestra immaginando e rievocando quello che c'è stato e non c'è stato, come l'uomo che pensa alla donna con le calze di nylon e la gonna.

La bellezza, al contrario, spinge all'azione.
Nonostante l'inverno che c'è, nelle strade c'è vita. 
Soltanto dopo averle attraversate, si torna tutti a casa, ci si prepara un piatto caldo, un bicchiere di vino, qualche castagna, arrendendosi, pacificati, alla notte sempre più lunga.

In attesa che torni la luce, che è lì, pronta a riportarci tutto il fuoco che ci vuole. Quello di un amore vero, magari, dal quale tornare per chiudere fuori il mondo freddo, come in un'altra famosissima canzone del mio avvocato.

Sì, la sa proprio lunga il Maestro: mai trovato nessun altro capace di giocare con la malinconia come lui con questa meravigliosa leggerezza.

It's wonderful, really wonderful, oh sì.
Good luck, my baby.
A tutti noi. 

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