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giovedì 24 maggio 2012

Di Fisica o chimica e dell'omofobia nazionale

Angy Fernandez, alias Paula in Fisica o chimica

Torno per l'ultima volta (ma chissà) sul telefilm spagnolo che mi ha fatto così tanta compagnia durante lo scorso inverno, perché mi sono resa conto che la querelle Freccero-Borgonovo è finita persino sui giornali spagnoli.
In particolare, se n'è occupato "El Mundo" che in estrema sintesi ha accusato l'Italia di essere omofoba e bigotta. Ma che bella figura, veramente.
La notizia è riportata dal blog Televisionando che ha trascritto (male: forse per colpa del traduttore automatico offerto dai pc. Magari una controllatina non ci stava male. E vabbè) i commenti di alcuni attori che hanno preso parte al telefilm. Si trattava dei ragazzi noti sullo schermo come Yoli, Roman, Ruth ed Erica (quest'ultima peraltro ha avuto un ruolo davvero inquietante: altro che l'omosessuale Fer!), i quali si sono soffermati sui concetti di finzione e realtà, mettendo in risalto che quanto messo da loro in scena fosse, per l'appunto, ascrivibile alla prima.
Qualcuno ha però anche precisato che nelle loro scuole in qualche caso accadeva ben di peggio di quanto attribuito allo Zurbaran e che di episodi di ragazze rimaste incinte per mancato uso di preservativo (come successo al personaggio di Paula, nella foto in alto) ne capitavano eccome. Però anche i loro genitori si sono scandalizzati esattamente come è successo in Italia, semplicemente perché non conoscono il mondo (forse un po' ristretto: ma chi è che a 15-18 anni ha ampi orizzonti?) in cui vivono i loro figli. 
Poi, certo, è vero che la tv può spingere all'emulazione, ma come ho già avuto modo di dire nei post precedenti, nel telefilm si cercava di far passare il messaggio che drogarsi è sbagliato, che avere storie tra allievi e prof non è esattamente normale e che l'omosessualità non è così facile da vivere in un contesto sociale che la rifiuta.
Ed è proprio quest'ultimo aspetto, tra l'altro, ad aver scatenato l'alzata di scudi contro il telefilm, come ha scritto un blogger presumo omosessuale cui dò piena ragione, considerato anche quanto mi capita di ascoltare sulla Zanzara di Giuseppe Cruciani, trasmissione che va in onda su Radio24 dal lunedì al venerdì, dalle 18.40 alle 20.50 circa. Ebbene, non appena il conduttore della radio della Confindustria accenna ai "froci" e alla malattia di cui sarebbero affetti secondo vari benpensanti di predominanza cattolica (ma tra gli ex Pci quanti ragioneranno allo stesso modo?), arrivano puntuali le telefonate di ascoltatori pronti ad associarsi alla rampogna espressa dai suddetti.
Devo ammettere che ci sono rimasta male: non pensavo che in questo Paese ci fosse ancora così tanta gente che si sdegna per gli amori omosessuali in una maniera, se posso dirlo, viscida, direi di più, sessuofobica. Insomma, pur criticando l'aspra reazione di Carlo Freccero all'articolo di Libero, vera causa, a mio avviso, dello stop definitivo al telefilm, credo però che l'Italia abbia davvero un problema di forte arretratezza culturale se alla fine, dopo aver rimandato daccapo le puntate dedicate all'amore tra Fer e David, se n'è concluso che Fisica o chimica andasse chiuso definitivamente.
Perché è successo proprio così: dopo l'ipocrita slittamento di un quarto d'ora della messa in onda per essere sicuri di non stare più nella fascia protetta, la Rai è tornata indietro di una serie (o forse due) per dare la possibilità a tutti, compresi i maniaci sessuofobi di cui sopra, di rivedersi per bene tutti i baci omosessuali tra i due ragazzi. Non voglio soffermarmi oltre sul probabile godimento pruriginoso causato agli sporcaccioni nazionali, ma se davvero si volevano proteggere i minori da scene considerate troppo forti, non sarebbe stato logico andare avanti arrivando alla conclusione della serie? Perché nel telefilm mica si parlava solo di omosessualità? C'erano altre storie incrociate, compresa la partenza del bel Cabano per l'Inghilterra, accompagnata da una melensa melodia cantata da Angy-Paula che tanto mi aveva commosso ai tempi.
Proprio con quest'ultima voglio salutare per l'ultima volta (ma chissà) i fan di Fisica o chimica, e tutti gli ex ragazzi come me che dal telefilm hanno tratto giusto un po' di leggerezza e di allegria, la stessa che da adulta ho potuto rivedere nei volti degli studenti del Montani, così simili (probabilmente) a quelli che avevo conosciuto in tv. Confido in voi per cambiare le teste di questo Paese: forse ce la potete fare.



giovedì 22 marzo 2012

Fisica o chimica/5: un passo avanti e tre indietro...



Come previsto, la vicenda di Fisica o chimica è finita a tarallucci e vino. Come hanno risolto il problema della scabrosità dei temi affrontati nel porno-telefilm? Spostandolo dalle 13.45 circa alle 14.15 ancora più trattabili e, udite udite, tornando indietro alle puntate in cui compare Quino, forse per dare la possibilità a Lorenza Lei e alla gerarchia cattolica di vedere come viene trattato un giovincello sposato con Maria Vergine fino al futuro (per me già passato, visto che l'hanno già mandato in onda) sodalizio con la seduttrice Alma (in alto, nella foto), una novella Eva con stivaletti borchiati.
Alla fine, insomma, ce l'hanno fatta a costringermi a uno stravolgimento delle mie abitudini quotidiane. Sempre ammesso che, prima o poi, si ricongiungano con le puntate che non abbiamo ancora visto, intendo io e gli altri (ma quanti saremo? Secondo me pochissimi, Borgonovo compreso) pruriginosi telespettatori che fino a lunedì scorso si radunavano davanti alla tv per guardare il piccolo telefilm (Feltri, dando il più che giustificato Bamba a Freccero, l'ha però chiamato genericamente programma, dimostrando di non sapere minimamente che roba fosse, come quasi tutti i protagonisti di questa surreale e minima guerra di religione sul servizio pubblico che non c'è).
Tant'è: domenica cambia l'ora, l'aria dovrebbe presto farsi anche più calda. Chi ha bisogno di Fisica o chimica per distrarsi, soprattutto in un posto di mare come quello in cui ho la fortuna di abitare?
Vorrà dire che me ne andrò a leggere il giornale o ad ascoltare la musica al sole, alla faccia della crisi e di tutte le ansie della quotidianità.
Però voglio ancora una volta dire grazie alla nostra consorella Spagna per aver dato voce all'adolescenza e alla prima età adulta strizzando, certamente, l'occhio a ormoni e sponsor, ma illuminandola anche di una freschezza del tutto sconosciuta alla maggioranza delle trasmissioni (telefilm, talk, show etc etc) di casa nostra, che vadano o non vadano in onda sulla Rai.
Un segno dei tempi? Meglio non dirlo. Sennò lo spread rischizza alle stelle. 

lunedì 19 marzo 2012

Fisica o chimica/4: ma c'è ancora!


Insomma: mi sono presa un'arrabbiatura per niente.
Oggi Fisica o chimica è andato in onda come al solito, così ho potuto constatare che né Teresa (in alto, nella foto) né tanto meno il ragazzo-padre che l'ha cresciuta dopo la fuga di Olivia, oggi prof e conduttrice di un ménage a trois, sono stati contenti di quest'ultimo. La puntata di oggi, per l'appunto, si è conclusa con un sms del suddetto ragazzo-padre alla originale genitrice in cui le comunica che le impedirà per sempre di vedere la figlia. Ma il per sempre, ormai l'ho capito, durerà fino a domani. Salvo che, nel frattempo, la nemesi annunciata da Porro-Telese e compagnia sabato scorso non si abbatta sul telefilm del (mio) dopo-pranzo relegandolo a orari più consoni secondo Santa Romana Chiesa.
Insomma, oggi ho potuto, come al solito sorridere e piagnucolare davanti alla nascita del bimbo di Paula e Gorka e alla dichiarazione d'amore indù di Cabano alla bella Ruth a poche ore dalla partenza per l'Inghilterra, paese in cui andrà a giocare a pallone (!). Non ho ancora ben capito come si giustifichino certi arditi salti temporali, però anche questo è funzionale al relax che mi attendo nell'oretta e un quarto di visione.
Chicca finale: oggi hanno fatto cantare un po' tutti, dall'attrice che interpreta Paula, che in realtà è una piccola (è alta a occhio come me: la rivincita delle tappe, finalmente) cantante a Marina, la prof di filosofia malata (udite, udite) di Hiv.
Se finirà tutto a tarallucci e vino (parlo del caso "pornorai" sollevato da Borgonovo e rilanciato dall'improvvido Freccero), scoprirò finalmente se Cova, rediviva, si è rimessa con Julio e perché Fer, nel frattempo, è finito sulla sedia a rotelle (in rete circola una versione lenta della sigla sulla sequenza finale della serie, in cui i personaggi superstiti guardano tristemente l'edificio dello Zurbaran dall'esterno: chissà perché).
Per il momento, mi limito a sperare che la Lei o chi per lei (ma che bel gioco di parole, mi faccio i complimenti da sola) si dimentichino dell'inutile polemica e mi facciano spassare ancora po'. Anche perché il presente (il mio, ma anche quello di molti italiani: ieri ho visto l'ultima puntata della stagione di Presa diretta... no comment) non è che sia proprio eccezionale.
Vi terrò (chi?) aggiornati.
Nell'attesa, beccatevi (in basso) il video con la sigla lenta del telefilm (e piangete con me... come diceva Moretti, mi faccio tristezza a me figuriamoci agli altri...):


sabato 17 marzo 2012

Fisica o chimica/3 e la (ridicola) censura di un Paese che non sa più sognare


Sono esterrefatta: per puro caso, ho guardato durante la cena "In onda", un programma ad alta boriosità giornalistica, ancora più evidente da quando non c'è più la bionda tornata da poco in tv in un altro talk show dal quale, naturalmente, mi tengo a debita distanza (mio marito, facendo zapping, ha fatto in tempo a beccarsi un cornacchione svolazzante durante una discussione sulla giustizia; l'infontainment ha scassato le balle già da mò, ma in Italia siamo indietro su tutto, quindi avanti cornacchione. Fino a al prossimo flop).
Così facendo, ho scoperto che Fisica o chimica, il mio telefilm per adolescenti preferito, la mia distrazione quotidiana che in questi ultimi mesi mi ha aiutato a dimenticare per circa un'ora in che merda di paese viviamo, è stato spostato in seconda serata. Non riuscivo a crederci, ed è così che ho ingurgitato un bicchiere in più di frizzantino, nemmeno se fossi stata risucchiata in una vera tragedia.
Il bello è che non sono per niente d'accordo neanche con Carlo Freccero, il vero responsabile dello spostamento del telefilm, ben più dell'articolo dell'educando Francesco Borgonovo di Libero, sguinzagliato forse appositamente dal suo giornale per mettere in croce l'effettivamente debole servizio pubblico nazionale. Borgonovo, com'è giusto che sia, può pensarla come gli pare, anche se, obiettivamente, titolare "pornorai" prendendo spunto da Fisica o chimica è veramente ridicolo. In un paese normale, d'altra parte, sarebbe finito per l'appunto a risate: andiamo, su, non si vede un capezzolo manco per sbaglio né altre appendici ancora più evidenti. Sarà che ho quasi 41 anni (e che dovrei vergognarmi proprio per questo motivo di avere sviluppato una così insana passione per il suddetto telefilm), ma il porno è altro, la volgarità è altra e si vede abitualmente su tutti i canali, rai, mediaset o la7 e loro repliche digitali annesse. Basti pensare ai telefilm violenti, necrofili, o alle ancora più raccapriccianti trasmissioni-verità (non parliamo delle fiction made in Italy, quasi tutte recitate in modo penoso, come ho già avuto modo di sottolineare, una vera offesa al gusto, assai più di un bmovie degli anni Ottanta).
Ma insomma: c'era bisogno di minacciare di mandare i forconi sotto la redazione dei finti (furbeschi) bigotti? C'era davvero così tanta necessità di gridare alla censura per un articolo di un cronista noto solo ai lettori del suo giornale? Perché cadere in un tranello così idiota? Forse c'è dell'altro che noi comuni cittadini (e telespettatori) non vediamo? Forse, Freccero, ti stavano per fare le scarpe comunque, dal momento che le creature che tu hai sponsorizzato e fatto crescere (Santoro, Dandini, Guzzanti etc etc) sono tutte emigrate verso altri canali? E' questa la ragione del tuo sbroccamento veramente fuori dalle righe oppure stavi cercando un pretesto per andartene via prima che la barca "Rai di qualità" affondi del tutto?
Che poi, se ho capito bene, Fisica o Chimica non era affatto in fascia protetta, che comincia alle 16, né lo era al mattino, prima collocazione, già contestata in passato per analoghi motivi di turbamento della morale dei nostri figli (io non ne ho, ma potrei averne e poi si sa i giornalisti parlano spesso di quello che non conoscono: come facevano Porro-Telese and co che non hanno visto neanche una puntata di Fisica o Chimica. Borgonovo, invece, si ricordava solo di Quino, messo in croce per il suo voto di castità pre-matrimoniale, dimenticando che, qualche puntata dopo, il voto lo rompe eccome con Alma, che poi abbandona per inseguire il suo sogno di diventare una pop-star. Alla faccia della coerenza, eh, Borgonovo?).
Tant'è. Ce l'hanno fatta. Adesso mi toccherà scaricarmelo da internet e guardarmelo quando capita; ma già so che non sarà la stessa cosa. Sono all'antica, io, a me non piace starmene rigida su una sedia a compulsare lo schermo del pc anche per rilassarmi un'oretta.
Vorrei però concludere con una notazione proprio su quel che ho visto in questi mesi.
Ho visto dei ragazzi e delle ragazze con vestiti e trucchi colorati (tutti sponsorizzati in maniera più che sfacciata: semmai su questo ci sarebbe stato da dire qualcosa...), dotati di una certa predisposizione alla recitazione (Gorka è BRAVISSIMO, per esempio), calarsi nei panni di analoghi adolescenti forse un po' svogliati ma con una grande energia vitale. Quest'ultima, certo, era riposta principalmente nel sesso, nell'amore o nel banale ormone reso pazzo dall'età adulta incombente. Il tutto, però, quasi sempre in un'atmosfera leggera ma non superficiale che sì, poteva, può, educare a riflettere sulla diversità.
Personalmente, per dire, sono rimasta un po' disorientata dalla tesi del rapporto a tre proposto da Veronica, la nuova prof di letteratura che vedete in alto nella foto. La tipa, peraltro, è diventata madre a sedici anni di Teresa, una ragazzina che conosce solo nel momento in cui si trasferisce al Colegio Zurbaran, abbandonata ancora in fasce per la sua paura di prendersi una responsabilità che ai tempi considerava troppo grande.
Nell'anticipazione che mandano in onda dopo la sigla di coda, si vede che Veronica ha intenzione di parlare alla figlia della sua visione dell'amore e della coppia.
Io, per esempio, non sono d'accordo con quest'ultima (un pizzico mi sono pure scandalizzata), ma non per questo avrei mai scritto alla Rai per chiedere di spostare il programma. Direi anzi che mi incuriosisce assai vedere come andrà a finire, perché, peraltro, cose del genere succedevano davvero in Europa tra fine anni Sessanta e Settanta (The Dreamers di Bertolucci non parla di cose del genere? E lì le scene sono MOLTO più esplicite che nel contestato telefilm).
Insomma, non tutto quello che mostrano nel telefilm rispecchia il mio modo di vivere né di vedere il mondo, ma che meraviglioso arricchimento (e che divertimento per la bizzarria di alcune situazioni descritte) confrontarsi con altre realtà e che relax (e commozione, in certi istanti) in quell'oretta a spasso nei corridoi dello Zurbaran e nel cortile della scuola.
Adesso, niente, mi toccherà modificare le mie abitudini, spezzettando, forse, la visione del telefilm nell'arco di più giornate. Che tristezza. Che tristezza la polemica e la decisione di quella rigida donna a capo di viale Mazzini, più cattiva della Fornero.
Sembra proprio che questo paese mi stia spingendo alla fuga, ogni giorno di più.
Anzi, magari faccio così: finalmente me lo guardo direttamente in Espanol, così comincio ad allenarmi a esprimermi nella lingua di un paese che non ha smesso di sognare (ritorno della tauromachia a parte: anche in Spagna l'oscurantismo non è stato del tutto battuto, del resto non è mica l'Eldorado).
Solo chi sogna, chi si illude almeno un po', infatti, è ancora in grado di concepire strategie salva-Pil più forti di tutte le paccate di riforme per ora, da noi, per lo più solo annunciate.
Hasta suerte, amigos.

venerdì 17 febbraio 2012

Un po' di retorica, che diamine


Ormai è ufficiale: mi sto rincoglionendo.
La prova provata è la foto in alto. Nuria Gonzalez recita la parte di Clara nel mio telefilm preferito. Nella puntata di ieri, la professoressa prima di inglese e ora di storia (historia, prego) nonché ex preside, ha compiuto 45 anni e ha preso una decisione importantissima: vuole diventare madre. Delle sue intenzioni parla con Olimpia, professoressa d'inglese nonché ex preside anche lei, nei bagni dei prof.
Quest'ultima si dice felicissima della decisione della collega, la quale però ha un piccolo problema: è single e madre affidataria di Ruth, un'adolescente con già superati problemi di bulimia. Come si risolve la faccenda?
Le strade possibili sono due: adottare un neonato o ricorrere all'inseminazione artificiale.
Ebbene, la prima strada non è praticabile: nell'episodio di oggi Clara è risultata essere troppo vecchia per il dipartimento dei servizi sociali cui ha inoltrato la domanda. Con l'età che ha potrebbe aspirare a un bambino di almeno cinque anni. Ma Clara, che non ha voluto figli quand'era più giovane (o giovane e basta? vabbè, tralasciamo), vorrebbe godersi tutte le fasi della maternità, comprese pappe e pannolini. Tristemente, comunica la notizia a Ruth: quest'ultima, abbracciandola, le prospetta la seconda opzione. O meglio, ho intuito io che andranno a parare da quelle parti dal fatto che nel frattempo Gorka, l'ex fidanzato di Ruth, un piccoletto veramente bastardo, ma solo in apparenza (ha appena messo incinta Paula, la compagna bassetta con cui ha fatto malauguratamente sesso senza protezione, ma è pronto a diventare padre visto che lei non vuole abortire), e Fer, omosessuale dichiarato, vogliono guadagnarsi un po' di soldi donando lo sperma alla banca del seme. 
Sicuramente Clara farà un tentativo con il liquido di Gorka. Sono pronta a scommetterci su.
Comunque vada a finire (prima ho visto su You Tube la scena finale della serie, in cui la Gonzalez ha una pettinatura veramente orrida, mentre Blanca, la prof di lettere, da bionda si è fatta rossa e ha chiaramente scelto Berto, il barista della scuola con precedenti penali, al posto di Martin, l'attuale preside dello Zurbaran), continuo davvero a sorprendermi di quanti temi ci abbiano infilato dentro. Trovo veramente divertente e appassionante come riescano a trattare argomenti scomodi con così tanta naturalezza. La vita è varia e a tinte forti, anche nei momenti più cupi e difficili.
Anche in Spagna c'è la crisi economica e presumo che pure i giovanissimi attori del telefilm oggi saranno alle prese con la disoccupazione, visto che il serial è finito. Certo, peggio staranno tutti gli altri, quelli non famosi e magari più bravi di loro, però, davvero, quel telefilm aiuta a sorridere e a guardare avanti anche un'anzianotta come me.
E se anche non dovessi, come ho già scritto, mai avere figli, mi piace pensare che tutto sia ancora possibile, in ogni campo della mia vita.
Oggi ho finalmente spedito il mio piccolo lavoro di foto-racconto: sarà anche per questo che mi sento così commossa e incline alla retorica da fiction? Può essere, però, per una volta, voglio concedermelo.
C'è sempre tempo per ritornare seri. Basta aprire un giornale per perdere il sorriso.
Com'è provinciale un paese che discute delle mutande di Belen.

giovedì 2 febbraio 2012

Fisica o chimica, il telefilm spagnolo che mi aiuta a guardare al futuro


 Ieri pomeriggio, in preda a una crisi di cervicale provocatami anche dagli esercizi di ginnastica (accidenti alla mia mania di strafare!), ho fatto un po' di shopping.
Vestendomi, ho scelto di tirare fuori dal cassetto la mia camicia di marca "Desigual", coloratissima, mettendoci sopra il maglione giallo senape e ornandomi con gli orecchini a tre pallini rossi, fatti a mano da un'artista locale. Sotto, ci ho abbinato i jeans a zampa di elefante e gli scarponcini vecchissimi ma griffati.
Conciata così (con un po' di trucco, compreso il rossetto Yves Saint Loraint di mia madre), sono entrata in un negozio del centro commerciale e mi sono lasciata abbindolare da una spagnoleggiante commessa con visino furbo. Volevo comprarmi solo un paio di pantaloni, invece sono uscita anche con un vestititino di lana quasi amaranto e un maglione marroncino caldo e luminoso. Più (dimenticavo!) una cinta molto modaiola, di quelle alte, che si mettono sopra i maxi pull per sottolineare i fianchi.
A parte i capelli elettrizzati e l'aria imbarazzata che provo sempre quando mi osservo negli specchi dei negozi, ero molto soddisfatta. Rimirandomi, mi sono vista per un secondo molto simile a Paula (anche se vorrei dire Ruth!), una delle attrici (la piccolina...) che recita in "Fisica o chimica", un telefilm spagnolo che guardo da un mesetto tutti i pomeriggi, ambientato in una scuola d'arte.
Sono perfettamente consapevole che si tratti di roba per adolescenti (se non fosse che la Rai l'ha fatto precedere da un'ipocrita scritta "adatto a un pubblico adulto"... ma perché?), però mi piace. Un sacco, aggiungo.
Perché? Me lo sto chiedendo da un po' e forse oggi ci sono arrivata.
Innanzitutto, perché mi fa pensare a un periodo della vita indimenticabile, in cui tutto deve ancora accadere ma al contempo in cui tutto ciò che accade sembra enorme, anche quando, come si vede nel telefilm, si tratta di cotte passeggere. In più, gli sceneggiatori hanno avuto l'idea intelligente di inserirvi discussioni sull'intolleranza, sull'omofobia, sulla droga, sul sesso e sulla religione. Insomma, le vicende narrate (a parte qualcuna, obiettivamente un po' troppo esagerata) sembrano vere o comunque verosimili.
Interessante è anche il confronto tra le vite degli studenti e quelle dei loro professori, questi ultimi a volte più infantili dei primi. Il prof d'arte, ad esempio, con quegli occhioni neri neri, mi ricorda un mio amico che lo fa nella vita e che, come quello del telefilm, consuma maria... insomma, a turno tutti i personaggi mostrano le loro fragilità o il loro coraggio, sprizzando una vitalità che li rende molto accattivanti.
Mi sono chiesta: ma gli spagnoli saranno tutti così? Perché, se fosse, sarebbe da trasferirsi nel paese dei nostri cugini latini prima possibile.
Ragionandoci su, naturalmente, capisco che sia un'illusione, simile a quella che si prova quando si guarda un film in bianco e nero e si crede che ai tempi davvero tutti indossassero panama e impermeabili alla Bogart.
Eppure, è bello sognare, partecipare alle loro vicissitudini (ma davvero Julio è diventato un naziskin e davvero quel bel faccino di Quino ha fatto voto di castità fino al matrimonio? E la bellissima Irene troverà pace finalmente? E i miei capelli sono proprio uguali a quelli di Clara?).
Addirittura, più di una volta mi sono messa a piangere, giuro! Sarà la menopausa incombente, chi lo sa, fatto sta che mi trasportano lontano e insieme risvegliano la mia parte emozionale, così bisognosa di novità, di colore e sì, anche d'intensità.
Sarà che il presente è difficile e che il futuro non pare promettere molto di buono; comunque sia, guardandoli, sorrido di com'ero un tempo e di come sono diventata. Come sono diventata, direte voi (i pochi che mi leggono)?
A parte la somiglianza attuale con Susanna (dei formaggini), sono diventata fatalista e meno ansiosa (ma sì) e con una gran voglia di prendere in mano davvero le redini della mia vita.
Davvero. Non ho più paura: avrei solo bisogno di una spinta iniziale, da parte di qualcuno che sia disposto a darmi credito, qualcuno che mi aiuti a ributtarmi nel presente. Potrebbe non arrivare mai, lo so bene, ed è per questo che intanto guardo il telefilm: almeno, mi aggrappo a una possibilità di futuro. Un futuro più simile a me e ai miei sogni, se possibile. Lo è? Lo è ancora, nonostante tutto?
Me lo auguro con tutta me stessa.

ps Per favore, caro il mio atteso deus ex machina (maschio o femmina, non importa), potresti indossare qualche bel vestitino spagnolo con calzature adeguate (magari un bel paio di Camper?). Dai, dai... muchas gratias y hasta suerte (?), amigo/a.