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lunedì 27 agosto 2012
Ma il catalogo Ikea non fa per noi
A me invece non capiterà di provare questo brivido, ma come mi hanno scritto tanto gentilmente, per future selezioni, basterà che rifaccia l'identica trafila della scorsa. E come no.
Mentre svuotavo il mio pc sovraccarico di troppa roba, distrattamente ho consultato la mia mail ed eccola lì la risposta alla mia candidatura alla nuova filiale di mobiletti svedesi appena aperta a San Giovanni Teatino (Ch, che non sta per Svizzera, bensì per Chieti):
Gentile Alessandra Cicalini,
siamo lieti di aver ricevuto la Sua candidatura. Grazie per l'interesse, la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato.
Si è conclusa la fase di selezione finalizzata al primo reclutamento dei collaboratori del nuovo punto vendita IKEA di San Giovanni Teatino (CH). Pur ritenendo interessante il Suo profilo, abbiamo indirizzato la scelta verso risorse maggiormente in linea con le nostre attuali esigenze.
La informiamo che, ai sensi del D.lgs n 196/2003, i suoi dati, conservati nella nostra banca dati, sono stati trattati esclusivamente ai fini della selezione del personale,
Per le esigenze che dovessero presentarsi in futuro, raccoglieremo le candidature unicamente attraverso il nostro sito www.ikea.it nella sezione "lavora con noi".
Le auguriamo di raggiungere i Suoi obiettivi professionali attraverso le Sue attitudini personali ed il Suo percorso formativo.
RingraziandoLa ancora per la sua attenzione, con l'occasione Le inviamo i nostri più cordiali saluti.
IKEA Risorse Umane
Non che avessi mai avuto alcun dubbio sul fatto che non mi avrebbero mai chiamato neanche per la prima scrematura dei Cv (oltre trentamila per circa 200 posizioni. Un esercito di questuanti che neanche ai tempi della carestia di patate causa della prima emigrazione transoceanica di massa).
Tra l'altro sono stati a loro modo assai gentili. E scaltri: capiranno assai bene che una 41 enne dall'incerta collocazione nel mondo potrebbe essere una loro probabile cliente. E infatti ho da poco ricevuto il catalogo 2012-13, pieno di carinissime novità di arredamento "giovane" standardizzato.
Peccato, però, che lo stia conservando per regalarlo a un'altrettanto giovane (ricordo che in Italia si è giovani fino alla pensione di vecchiaia, che peraltro non c'è più) coppia, la cui bellissima casa (non è ironico: è davvero bella) sembra veramente uscita da uno dei loro magazzini.
Noi, invece, siamo quelli dei "mobili vecchi", come ho già raccontato in un precedente post.
Però, Ikea sa: tempo al tempo e dovremo riemigrare dacchepparte (trascrizione letterale dal dialetto fermano) e non è detto che i bauli e soprattutto il pregevole tavolo da sei della mia carissima nonna materna ci stiano in un loft (= stamberga) di qualche ridente comune della Germania (stavo per dire Brianza, ma escludo con ferma certezza che mai mi ci trasferirò. Piuttosto mi compro direttamente un prefabbricato svedese e mi piazzo abusivamente su qualche spiaggia non ancora cementificata. Molto poche in Italia. Il mondo è grande, però).
E insomma, è andata. Giuro che la notizia non mi ha depresso. Ormai mi sono indurita. Grazie, sicuramente, alle frequenti nuotate di questa lunga e per fortuna quasi sempre calda estate.
Per rammollimenti veri e metaforici c'è sempre tempo.
Converrà che aumenti la dose di anti-rughe serale e di thè verde mattutino per contrastare il crollo complessivo, di fisico e psiche.
Non mi avrete.
Non ora, almeno.
Lo scrivo a cuore (abbastanza) leggero, come il mio pc dopo le grandi pulizie di oggi.
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lunedì 2 aprile 2012
I have (?) a swedish dream... ma a Sambuceto non ci vado
Dopo aver compilato il modulo online e aver fissato i miei occhi in quelli del direttore delle risorse umane, non ci avevo più pensato. Fino a qualche giorno fa, quando ho beccato su "La Repubblica" (che non leggevo da secoli) un pezzo di Giuseppe Caporale che raccontava la seguente storia: il tizio (e il suo staff) che sta impazzendo dietro i trentamila curricula ricevuti per ridurli ai 200 circa necessari, quello che ho guardato intensamente per capire, lombrosianamente, se mi potevo fidare, ha scritto una lettere aperta a un non meglio identificato politico locale per domandargli di non fare inutile pressing per piazzare i suoi protetti. Insomma, stop alle raccomandazioni, avrebbe detto il responsabile HR dell'Ikea, faremo una selezione come dio comanda.
E speriamo. Non tanto per me, che sono fuori tempo massimo per fare la magazziniera o la cassiera, ma per l'esile fettina di prescelti privi di sponsor.
Perché, diciamolo, un simile assalto a una catena di mobiletti simil fai-da-te, molto amati dai gggiovani, non sarebbe stato possibile in epoca di vacche grasse.
E infatti, al contrario di quanto ho letto poco fa su un articolo di una web tv abruzzese, dubito analogamente che i candidati siano tutti di primo pelo (io non lo sono di certo, per esempio).
D'altra parte i "vecchietti" si auto-annienteranno da sé, raccomandazioni o non raccomandazioni: sempre che non abbiano mentito compilando il form, per esempio dove ti chiedono quante ore sei disposto a lavorare, comprese, naturalmente, quelle del fine settimana. Io sono stata onesta (ed è per questo che non mi chiameranno mai): dovendo viaggiare, visto che sono anni che non abito più vicino ai miei genitori, dovrò pur vedere mio marito (e i miei gatti) ogni tanto. Anche perché, naturalmente, i posti di cui abbisogna il nordico marchio di scaffalature, sono tutti a tempo determinato. Quindi è piuttosto improbabile che dall'oggi al domani ci si trasferisca tutti a Sambuceto, uno dei posti più brutti al mondo.
Insomma, vedremo. Se mai dovessero contattarmi, lo saprete. Salvo, naturalmente, sperticarmi in lodi e blandizie varie se alla fine mi assumessero per davvero e non come semplice mulettista, bensì come RESPONSABILE (senti che megalomania) dell'intero capannone blu e giallo.
Quant'è bello spararla grossa. Sì, fa sentire molto meglio.
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