venerdì 30 marzo 2012

Caro Mario ti scrivo

Anche i big scrivono lettere, soprattutto nei giorni di relax. E' successo a Mario Monti alle prese con la missione cino-giapponese, che ieri, bontà sua, prendendosi una giusta giornata di pausa, ci ha voluto spiegare che cosa intendesse dire quando ha detto che gli italiani hanno più fiducia in lui che nei partiti.
Anche volendo, come voglio, evitare i talk e le trasmissioni radiofoniche che parlano di suicidio (ieri, salendo in auto, sono stata accolta dal funereo tema di un programma di Radiotre. Ho subito ripiegato su Billie Holiday: la malinconia è una cosa, la disperazione un'altra), è inevitabile che ogni tanto incappi nell'attualità. 
E tuttavia, essendo questo spazio mio e solo mio, preferisco affrontarla da un collaterale punto di vista. 
La premessa è: caro MarioBros, la sfiducia della parte onesta del Paese va ben oltre l'impietoso (impietosissimo) giudizio sull'intero sistema partitico nazionale. Ti spiego perché (e scusami per il tu, ma se Luca Sofri saluta con un ciao il suo pubblico, pure io, che parlo da me a me, posso permettermi un tono amichevole).
La diffidenza nutrita da quelli che pagano tasse, canoni di locazione, contributi, tessere di circoli, iscrizioni alla palestra, bollette, benzina etc etc fino all'ultimo centesimo e puntuali neanche se fossimo in Svizzera si estende a quasi tutta la classe dirigente italiana, della quale, ebbene sì, fai parte anche tu, superministro tecnico.
E sai perché, pur dandoti ancora qualche speranza (più che altro per non perderla io del tutto), non siamo convinti che tu sia poi così diverso dagli esponenti dei fritti partiti che hai giustamente bacchettato?
Perché hai cominciato il tuo mandato rivolgendoti sempre ai soliti, tracciabili fino al midollo osseo, che non sarebbero capaci di rubare neanche una caramella.
Ieri mattina ero in un negozio e aspettavo oziosamente che la mia amica finisse di chiedere informazioni. A un certo punto, tra un'occhiata distratta e l'altra agli oggetti esposti, sono stata attratta dalla conversazione che si stava svolgendo tra l'altro negoziante e un omino anziano. Parlavano di ristrutturare il locale, anche se l'ho capito solo dopo. "Senti - diceva il vecchietto - s'ho costruito una palazzina abusiva... ci s'ho ricavatu tre appartamendi... vuoi che c'abbia paura de fà du colonne?".
Eccoli qua gli italiani. Quelli in cui io non mi riconosco affatto, gli stessi che, poi, molto probabilmente, non hanno mai saltato neanche un'elezione. Ma sai qual è il problema, caro professore? E' che queste persone non hanno del tutto torto: se non c'è nessuno che li controlla, che li multa non appena mettano in moto la betoniera per costruire o raddoppiare volumetrie in posti chiaramente inadatti allo scopo, continueranno a mangiarsi suolo in tutta tranquillità, convinti, magari, di essere dei benefattori perché loro sì che danno lavoro ai "muratò" e fanno "girà" l'economia.
E sai quel che più mi spaventa, Mariuccio? E' che se arriveranno davvero i cinesi e gli indiani con i loro denari, questo Paese così culturalmente arretrato finirà per essere sommerso da un infinito blob di cemento in nome della crescita e della ripresa.
Senza una visione non si va da nessuna parte. Neanche tu e i tuoi ministri piangenti e insieme sprezzanti  del destino di chi vorrebbe ancora averne uno non proprio buio. Di chi paga (e fa sacrifici, eccome) tutto fino alla fine, ma che comincia a essere stanco di non avere nulla, ma proprio nulla, in cambio.
Concludo, comunque, con la solita nota positiva: i platani hanno cominciato a rimettere le foglie e gli ippocastani sono di nuovo molto verdi. L'acqua del mare, ieri, era limpidissima e tra poco torneranno le rondini. Torna anche tu in patria e, per favore, da' un'occhiata anche tu al paesaggio italiano e aiutaci a difenderlo dai barbari, interni ed esterni.

3 commenti:

  1. grazie, alessandra: ho letto ho tua riflessione fra il biografico e il socio-politico . ti voglio troppo bene per interagire con te sul piano della politica. la politica è l'attività umana più DIVISIVA che ci sia. costringe le persone a litigare. lo so per esperienza: ho "perso" decine di amici nel corso del mio tempo proprio per la politica. resta il fatto che sono un homo politicus, sia per soggettività che per lavoro scientifico: ma con le persone amiche come te preferisco proprio non parlare di politica. ci sono altre attività umane molto meno DIVISIVE: la poesia, l'arte, la musica. ma forse la MENO DIVISIVA che ci sia è la natura, l'ambiente, la bellezza. un caro saluto, paol

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  2. In verità, caro Paolo, se ho scelto di condividere con te questo post, è proprio perché so quanto tu sia un homo politicus nel senso più buono, più antico, dell'espressione.
    Dubito che potremmo mai litigare per colpa di Mario Monti... e comunque, tra le righe, il mio contributo voleva semplicemente essere un invito a tutti quelli che hanno davvero a cuore il destino di questo malcapitato Paese ad avere una visione il più possibile ampia, comprensiva della tutela del nostro già troppo ferito paesaggio.
    Detto in altri termini: non potrò mai essere d'accordo (MAI) con chi scambia la crescita per l'ulteriore scempio ai danni del nostro patrimonio naturale e storico-artistico.
    E se i cinesi che verranno ad investire qui avessero in mente proprio questo, beh, per me sarebbe meglio metterli alla porta.
    Un abbraccio e grazie per il bene che mi vuoi.
    La cosa è (ovviamente) reciproca.
    a presto

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  3. nè i cinesi nè gli islamici, nè nessun altro.
    pensa che sul lago di como l'edilizia invasiva è alimentata da investimenti delle mafie (e la ndrangheta riempie di camioni le strade del lago)
    solo la geografia impervia difende dalla distruzione, che, invece, a como città è riuscita, almeno sul lungolago.
    ma ad organizzare tutti sono stati i pretoriani di quello che ha violentato il sistema politico dal 1994.
    'notte

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I commenti sono moderati: vi ringrazio per la pazienza e per l'affetto. Vostra Madamatap