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mercoledì 9 giugno 2021

Il bagaglio di chi torna, carico di esperienze. E di nuove pipe!

Forse dovrei scrivere questo post a vaccinazione avvenuta. Mi ero per la verità prenotata qui a Vienna in tempi non sospetti, tipo ad aprile, su suggerimento dei miei contatti austro/italiani che mi avevano assicurato la celerità della procedura. E invece. Invece ciccia: non mi hanno chiamata e a questo punto non mi resta che attendere... il rimpatrio definitivo!

Ebbene sì, amiche e amici: Madamatap e la sua sosia umana, con consorte e felini, se ne tornano a casa presto. Molto presto.

Il bagaglio di esperienze accumulate in questi lunghissimi e insieme cortissimi tre anni è enorme.

Sono sicura che non li dimenticheremo mai.

Torniamo, tuttavia, al Covid e a tutto quello che ha portato con sé.

Penso in particolare alla rinata vena artistica della sottoscritta (credeteci: parlo seriamente. Ma molto seriamente) che ha trovato la sua massima espressione nella mostra virtuale Die Corona - Pfeifen. Ve la ricordate tutti, no? Come dimenticarla. 

Ebbene. Non ce l'ho fatta a smettere: ho dovuto per forza (me l'ha richiesto, capite, l'Arte, con la A maiuscola) aggiungere un'appendice o, se vogliamo, un epilogo trionfale che rappresentasse insieme l'uscita (SI SPERA) definitiva dalla pandemia e il rientro (ah, che sollievo) in patria.

La struttura di quest'appendice finale, composta di sole due sezioni, è identica. 

Bando, dunque, alle ciance. Squillino le trombe, rullino i tamburi...

Signore e Signori, sehr geehrte Damen und Herren! Ecco a voi... 

die Corona - Pfeifen Special Edition! Viel Spaß (buon divertimento)!


Dosen (Lattine)


























 

Blumen (Fiori)






















Come nella serie originaria dell'imperdibile esposizione, anche gli scatti delle sezioni conclusive sono stati tutti pubblicati originariamente sul mio stato WhatsApp

Stavolta il bipede fumatore di pipa ha avuto un ruolo meno attivo, soprattutto nella seconda delle due, nata, diciamo così, un po' casualmente da un bocciolo reciso dai dentini aguzzi della nostra sterminatrice di fiori, altrimenti nota come gatta Bice.

Eppure, come sempre accade, dietro la mano di una grande artista (un tempo lo si sarebbe declinato al maschile. E che ci volete fare: i tempi sono cambiati), si nasconde sempre un grande uomo. 

Grande (benché smilzo. Anzi: Smilzo) e rassegnato ad assecondare la pazzie della rompiballe che gli sta affianco. 

Perché lo scrivo? Tra le altre ragioni, perché a lui è toccato andare a ripescare lo scatto che immortala la sottoscritta nella seguente plastica posa, suggello definitivo dell'esposizione maggiore:



Notate il calzino bianco, vero must - have della quarantena 2020, quella durante la quale era vietatissimo, oltre che pericolosissimo, mettere il naso fuori casa, figuriamoci indossare abiti più decorosi.

Permettetemi, in definitiva, un piccolo momento di amarcord per quei giorni andati, quando si cantava su balconi e terrazzi e si disegnavano arcobaleni.

Alles wird gut, dicevano da queste parti. Andrà tutto bene, scrivevate voi al di là delle Alpi.

Sapete che vi dico? 

Tolta ogni ironia, abbiamo fatto bene a pensarlo e a dirlo a voce alta.

Abbiamo fatto bene ad immaginare il giorno in cui, davvero, tutto sarebbe andato meglio.

Questo ho imparato qui a Vienna.

Bisogna dirselo e dirlo anche agli altri. E scriverlo. E ribadirlo.

Andrà tutto bene. Sempre. 

Qualunque cosa accada e accadrà, siamo vivi. Ed è bellissimo poter sperare ancora, per noi e per chi ci ha lasciato, ma continua a credere in noi. E ce lo fa sentire, nei fiori, nella pioggia, nelle lacrime, nelle risate, negli incontri e nelle parole che non ci aspettiamo. 

Avete tirato fuori i fazzoletti?

Ma no, ma non è il caso.

Godetevi ancora un momento la straordinaria mostra e dopo...

arrivederci in spiaggia!

sabato 30 gennaio 2021

Madamatap compie dieci anni... mille di queste pipe!


Si stava meglio quando si stava peggio. 
Personalmente, non credo di aver mai pronunciato una frase così terribile, eppure, a pensarci bene, è strano.

I nostalgici, in genere, si torcono e contorcono (citazione per adepti dell'Avvocato) nel rimembrare i tempi andati.

Tra loro mi ci metto pure io, anche se (forse) ho imparato a separare i ricordi belli da quelli brutti. 
E infatti piango molto meno.

Insomma: non arriverò mai a dire "si stava meglio quando si stava peggio", ma l'anno Domini 2020 qualcosa di buono, in fondo, l'ha portato.

Cosa? Direte voi, trasecolando un po'.

Per esempio, la foto con le pipe del Bipede che vedete sopra, sulle presine bruciacchiate. 
Anzi, per essere più precisi, chiamasi, detta foto, Natura morta con pipe su presine bruciacchiate.
La denominazione non è mia, bensì della sorella, mia coach e guru di fiducia.

Il battesimo ufficiale è avvenuto però qualche giorno dopo, ossia quando la suddetta si è accorta dei quotidiani scatti alla nutrita collezione di pipe del consorte, scorrendo i miei stati whatsapp.

Uno, per la precisione, per ogni giorno di lockdown.
Parlo del primo lockdown, che qui in Austria è cominciato una settimana dopo quello italiano, per finire 54 giorni dopo.
CINQUANTAQUATTRO giorni? Accidenti, non me lo ricordavo più... 

La prima foto, sinceramente, è stata piuttosto casuale, ma a selezionare e comporre le pipe nel modo che vedete ci ha pensato direttamente il Bipede. A lui è toccato, ovviamente, scegliere e comporre anche la seconda, poi la terza, la quarta, finché... lampadina, ideona.

Chiamerò questa serie (hanno detto i miei affaticati neuroni al paziente consorte fumatore di pipa) "Die Corona-Pfeifen", ove la seconda parola va pronunciata "pfaifen" che in italiano si traduce con... pipe, natürlich.

Ricominciamo, quindi, daccapo.

Rullo di tamburi, ruggito del leone Universal, musica dell'Eurovisione, scegliete voi il tappeto musicale che vi piace di più...

Signore e Signori, con immenso piacere sono lieta di presentarvi Die Corona - Pfeifen

L'esposizione nasce dalla proficua collaborazione tra i coniugi migranti con gatti al seguito e si compone di tre principali sezioni.

Partiamo con la prima, altrimenti detta Presine:


















Continuiamo con la seconda, chiamata Custodie

































Per finire, la terza, denominata Omaggio a Magritte

















Che senso hanno le Corona Pfeifen?

Tolto il loro indubitabile valore artistico, consideratele un messaggio di speranza per il futuro. Se dopo otto mesi di lockdown (e dieci anni di Madamatap: a proposito, sto festeggiando il decennale. Fatemi gli auguri!) mi va ancora di cazzeggiare, vuol dire che ce la possiamo fare tutti, ma proprio tutti



Herzliche Danke für eure Aufmerksamkeit (grazie di cuore per la vostra attenzione) e... Baci da Vienna!